Gli Stati Uniti continuano a rafforzare la propria presenza nei mari dell'Asia giocando di sponda con vari governi locali. L'obiettivo condiviso è sempre lo stesso: contenere l'ascesa della Cina, che punta a trasformarsi in una potenza marittima e a superare le cosiddette catene di isole che la intrappolano lungo le proprie coste. L'ultima mossa degli Usa coincide con il trasferimento di una terza nave della Guardia Costiera al Vietnam. Washington e Hanoi stanno infatti espandendo la loro collaborazione nel campo della Difesa, anche se va detto che il Paese del Sud Est Asiatico non ha alcuna intenzione di voltare le spalle al Dragone e sacrificare un importante partner commerciale. In ogni caso gli Stati Uniti hanno annunciato che la USCGC Mellon è stata trasferita in Vietnam con il nome di CSB 8022. E altre navi si stanno muovendo a queste latitudini...
Le (ex) navi Usa in Vietnam
La nave in questione è arrivata a Ninh Hoa, nel Vietnam centro-meridionale, lo stesso giorno che ha intrapreso un viaggio transpacifico partito da Seattle, con scali alle Hawaii e a Guam. La Guardia Costiera del Vietnam ha ricevuto la CSB 8020, precedentemente USCGC Morgenthau, nel 2017 e la CSB 8021, precedentemente USCGC John Midgett, nel 2020. Tutte e tre le navi sono state trasferite nell'ambito di un memorandum d'intesa sulla cooperazione in materia di Difesa. "Attraverso questa cooperazione, gli Stati Uniti e il Vietnam stanno potenziando lo sviluppo delle capacità di applicazione della legge marittima, di ricerca e soccorso, di soccorso umanitario e in caso di calamità, e sostenendo la capacità di proteggere la sovranità", ha spiegato la Missione statunitense in Vietnam in una nota.
Le ex navi della Guardia costiera statunitense erano state costruite come cutter di classe Hamilton e progettate per effettuare operazioni marittime prolungate. Ognuna ha un peso di oltre 2.700 tonnellate e un'autonomia di 10.000 miglia. Come ha spiegato Newsweek, questa classe di cutter è in grado di svolgere un'ampia gamma di missioni, tra cui ricerca e soccorso, operazioni di difesa e di polizia. Il Mellon era in passato armato con missili, siluri e sonar. La sensazione è che gli Stati Uniti continueranno la cooperazione difensiva con i Paesi del Mar Cinese Meridionale, incluse le Filippine alleate con un trattato di mutua difesa. Resta da capire se Washington fornirà o meno ulteriori equipaggiamenti militari per rafforzare le capacità del Vietnam o se il rapporto tra i due Paesi si manterrà su binari più pragmatici.
Cosa succede nel Mar Cinese Meridionale
A fine maggio la portaerei statunitense a propulsione nucleare Uss Nimitz era stata monitorata mentre faceva il suo ritorno nelle acque contese del Mar Cinese Meridionale. La nave da guerra Usa, in servizio nell'Oceano Pacifico occidentale da fine marzo, era arrivata nell'area caldissima all'inizio del mese operandovi in loco per un paio di settimane – e partecipando anche alle esercitazioni militari Balikatan insieme alle Filippine - prima di salpare verso lo Stretto di Malacca e fare tappa a Guam.
Nel frattempo, le navi della guardia costiera cinese hanno schierato cannoni ad acqua contro i pescherecci filippini. E l'incaglio accidentale di un'imbarcazione cinese nelle acque poco profonde intorno all'isola di Thitu, sempre nelle Filippine, l'8 giugno è stato sufficiente a mettere in stato di allerta le forze di Manila.
La Malesia ha invece ribadito il suo impegno nell'esplorazione di petrolio e gas nelle acque rivendicate dalla Cina, rafforzando silenziosamente il suo esercito sulle isole al largo del Kalimantan, mentre il Vietnam, come detto, non disdegna la sponda statunitense. Il Mar Cinese, insomma, ribolle di tensioni incrociate.