Nepal, sono vivi gli altri cinque italiani dispersi sull'Himalaya. La Farnesina: "Stanno bene"

Stanno bene e sono ripresi i contatti con i cinque alpinisti della provincia di Como dei quali non si avevano più notizie: la nota della Farnesina e le loro rassicurazioni

Nepal, sono vivi gli altri cinque italiani dispersi sull'Himalaya. La Farnesina: "Stanno bene"
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Finalmente giungono ottime notizie dal Nepal: il Consolato Generale a Calcutta ha ricevuto conferma che l’agenzia di Milano e l’agenzia nepalese sono riuscite a comunicare con il gruppo dei cinque alpinisti della provincia di Como con cui da giorni non si avevano più contatti e notizie.

La nota della Farnesina

È la Farnesina a darne notizia sul proprio sito Internet. "I connazionali hanno riferito di stare bene e che proseguiranno il loro programma, con rientro a Kathmandu in data 8 novembre". Dopo tante ore di apprensione dove si erano persi totalmente i contatti con i cinque comaschi, ecco finalmente che hanno risposto. Nelle ultime ore il ministero degli Esteri aveva comunque acceso più di una speranza di ritrovarli vivi dal momento che la zona in cui si trovavano presenta grosse problematiche di comunicazione con un segnale radio non perfettamente funzionante.

I contatti nelle ultime ore

Finalmente, però, nella mattina di giovedì 6 novembre (quando ancora in Italia era notte) ecco che i contatti con i cinque italiani sono ripresi. Da quanto si è appreso, il gruppo di alpinisti hanno prenotato il loro viaggio con un'agenzia di Milano per un trekking diretto al campo base del Makalu, la quinta montagna più alta della Terra che si trova in un'area diversa rispetto agli incidenti mortali che hanno coinvolto anche altri italiani negli ultimi giorni.

Le rassicurazioni degli italiani

Il loro viaggio comprendeva sì escursioni ma non a quote troppo elevate e non superiori ai 4.800 metri: tra l'altro, la locale agenzia di viaggio nepalese aveva già previsto che i contatti si sarebbero persi per molte ore e che sarebbero ripresi soltanto nella giornata odierna e così è effettivamente avvenuto. "Siamo tutti vivi e stiamo bene.

Sapevamo che ci sarebbe stato un vuoto comunicativo di otto giorni e gli otto giorni terminano domani", hanno spiegato al Corriere. "Se ci fossero stati problemi le autorità locali l’avrebbero detto".

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