I punti chiave
L'omicidio della coppia composta dal famoso regista Rob Reiner e la moglire Michele Singe non ha ancora un volto: tra i sospettati, secondo numerosi media americani, c'è il figlio Nick Reiner anche se la polizia non ha confermato questa versione ma spiegato che l'interrogatorio, in questi casi, è una prassi. Il 32enne è stato quindi sentito dalla polizia a caccia di indizi ma non c'è stata alcuna accusa nei suoi confronti. Il vice capo della polizia di Los Angeles, Alan Hamilton, ha affermato in una conferenza stampa che "molti familiari sono e saranno interrogati" ma che "nessuno è stato arrestato; nessuno è stato interrogato come sospettato, o come persona di interesse, e non lo faremo finché non avremo concluso le nostre indagini", ha aggiunto Hamilton, che ha confermato che la persona che ha denunciato l'accaduto si trovava in casa e la sua identità non è stata resa pubblica.
I problemi con la tossicodipendenza
Come spiegato dalla rivista People, durante un'intervista di quasi 10 anni fa (era il 2016) Nick aveva dichiarato di aver problemi con la tossicodipendenza con cui si trovava a lottare sin da quando era un adolescente riducendolo anche a vivere per strada. All'epoca aveva svelato di aver frequentato molto spesso centri riabilitativi dai quali entrava e usciva con frequenza sin da quando aveva 15 anni. Nonostante tutto, però, l'aggravarsi della sua condizione fisica non gli aveva consentito di vivere una vita normale allontanandosi sempre di più da casa e trascorrendo lunghi periodi, senza fissa dimora, in diversi Stati americani.
Un film autobiografico
Sono state numerose le nottate trascorse all'aperto, nel caos della tossicodipendenza, a volte anche per intere settimane: questo suo modo di vivere è poi diventato la base per il film semi-autobiografico "Being Charlie" da lui co-scritto e diretto proprio dal padre. "Ora sono a casa da tantissimo tempo e mi sono in un certo senso riabituato a stare a Los Angeles e a stare con la mia famiglia", aveva dichiarato Nick Reiner, all'epoca, alla rivista americana. Il 32enne è il secondo figlio della coppia: in un'altra intervista successiva alla promozione del film aveva rivelato di non aver mai avuto un rapporto stretto con il padre Rob sin da quando lui era bambino.
"Quando ero là fuori sarei potuto morire. È tutta fortuna. Tiri i dadi e speri di farcela", aveva dichiarato Nick durante la promozione del film.
"Ho incontrato persone fantastiche lì, quindi fuori dal mio elemento. Ora sono a casa da tantissimo tempo e mi sono, in un certo senso, riabituato a stare a Los Angeles e a stare con la mia famiglia. Ma ci sono stati molti anni bui lì".