"Non sapevo fosse il Louvre". L'assurdo racconto del ladro-influencer "Doudou"

Da star del web a presunto autore del furto del secolo: l’incredibile storia di Abdoulaye N., accusato di rapina organizzata e associazione a delinquere

"Non sapevo fosse il Louvre". L'assurdo racconto del ladro-influencer "Doudou"
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“Doudou Cross Bitume”. Questo è il soprannome di Abdoulaye N., al centro del dibattito in rete nelle ultime ore. Il motivo? Le sue incredibili dichiarazioni a proposito del furto al Louvre. Sì, perché il trentanovenne, conosciuto nella banlieue nord di Parigi anche come “La leggenda del motocross”, avrebbe preso parte alla rapina del secolo… senza sapere dove fosse.

Originario di Aubervilliers (Seine-Saint-Denis), “Doudou” si è fatto conoscere alla fine degli anni Duemila per i suoi video di acrobazie in moto pubblicati su Youtube, Dailymotion e recentemente su TikTok. In alcuni video, ancora online dopo sedici anni e visualizzati da quasi 700 mila persone, lo si vede esibirsi in acrobazie di motocross o intraprendere viaggi audaci dal quartiere Landy nel 93° arrondissement, dove è cresciuto, agli Champs-Élysées o al Trocadéro di Parigi. Il suo slogan, riporta Le Parisien, è: "Sempre più vicini all'asfalto".

Ma di recente i suoi contenuti erano cambiati. “Doudou” di punto in bianco si è mostrato in palestra oppure impegnato a dare consigli ai giovani del quartiere sull’uso della moto. Ma la notorietà internazionale è arrivata in queste ore, per il presunto legame con la rapina al Louvre dal bottino – ancora non recuperato – di circa 88 milioni di euro.

Arrestato e finito in galera lo scorso 29 ottobre, è accusato di rapina organizzata e associazione a delinquere. Interrogato dagli investigatori, l’uomo avrebbe ammesso parzialmente la sua partecipazione, affermando di aver agito insieme al complice Ayed Ghelamallah, 34 anni, di nazionalità algerina. Entrambi hanno riferito di aver agito su mandato di persone di cui non conoscono l’identità. I due sono stati fermati nella serata di sabato 25 ottobre: Abdoulaye a Aubervilliers, Ghelamallah all’aeroporto di Roissy-Charles De Gaulle, mentre stava per imbarcarsi sull’ultimo volo per Algeri.

Ma il passaggio incredibile è un altro. Durante gli interrogatori, “Doudou” avrebbe dichiarato di non essersi reso conto di trovarsi nel Louvre, perché convinto che il Louvre “fosse solo quello vicino alla piramide” e di aver pensato che non ci fossero visitatori “perché era domenica e immaginava che i musei quel giorno fossero chiusi”.

“Doudou” era già noto alle forze dell’ordine. La sua fedina penale conta quindici precedenti. Il reato più grave, prima del presunto furto al Louvre, risale al 2014, quando partecipò a una rapina in una bigiotteria di Barbès, nel 18° arrondissement di Parigi, utilizzando fucili d’assalto finti e fuggendo su scooter Yamaha T-Max – gli stessi modelli impiegati, secondo gli inquirenti, anche dopo il colpo al Louvre. Per quell’episodio Abdoulaye fu processato insieme a Slimane K., 37 anni, che sarebbe stato identificato come il terzo componente della banda del Louvre. Secondo la ricostruzione degli investigatori, Slimane K. sarebbe rimasto all’esterno del museo insieme a un quarto complice non ancora identificato, attendendo i due uomini per la fuga a bordo di due scooter. È stato arrestato il 29 ottobre insieme alla compagna, una donna di 38 anni incensurata.

Ma le curiosità su “Doudou” fioccano. Secondo quanto riportato dal quotidiano transalpino, il trentanovenne avrebbe avuto ventitre figli da tre mogli. Dopo aver abbandonato la scuola in terza media, ha trascorso la sua vita tra piccoli furti, lavori occasionali e un’attività saltuaria come tassista abusivo.

E non è tutto: il prossimo 5 novembre dovrà comparire in tribunale per un altro procedimento, relativo al danneggiamento del commissariato di Aulnay, dove era stato trattenuto nel 2019. Nel frattempo, i suoi vecchi video, rilanciati sui social in seguito all’arresto, stanno conoscendo una nuova popolarità online.

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