La nuova iniziativa contro Israele: "Convoglio di mille persone dalla Tunisia a Gaza"

Gli organizzatori hanno dichiarato che raggiungeranno Rafah entro il fine settimana. L'Egitto, però, non ha ancora dato i permessi per il passaggio

La nuova iniziativa contro Israele: "Convoglio di mille persone dalla Tunisia a Gaza"
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Dopo l'avventura di Greta Thunberg, interrotta dall'abbordaggio del veliero su cui viaggiava da parte delle Idf, è partita una nuova iniziativa per forzare il blocco israeliano e raggiungere la Striscia di Gaza. Questa volta, il tentativo avverrà via terra e i protagonisti sono circa un migliaio di persone, per la maggior parte tunisini.

Il loro obiettivo è "rompere l'assedio" sul territorio palestinese e i partecipanti, tra cui figurano anche medici e militanti provenienti da Algeria, Marocco, Libia e Mauritania, puntano ad arrivare a Rafah "entro la fine della settimana" a bordo di nove autobus. Il convoglio "Soumoud", che in arabo significa "fermezza", vuole compiere "un atto simbolico". "Non portiamo aiuti, ma un messaggio politico", hanno spiegato gli organizzatori.

La carovana, secondo quanto dichiarato dal portavoce del gruppo di Coordinamento tunisino di azione congiunta per la Palestina Jawaher Channa, dovrebbe passare attraverso la Libia e l'Egitto, "anche se il Cairo non ha ancora fornito i permessi di passaggio". E difficilmente li fornirà, considerando che il Paese ha un accordo di pace in vigore con Israele e ha impedito l'accesso ai palestinesi in fuga dal conflitto, garantendo solamente il transito dei camion di aiuti delle Nazioni Unite. Ma se anche l'Egitto dovesse concedere il passaggio, i nove autobus sarebbero immediatamente bloccati dall'esercito israeliano, come avvenuto con il veliero della Freedom Flottilla.

Ennesima iniziativa puramente propagandistica e irrealizzabile, dunque, volta a dipingere Tel Aviv come un

malvagio regime di occupazione e a guadagnarsi i famosi 15 minuti di gloria, senza considerare il fatto che un viaggio del genere terminerebbe in una zona di guerra attiva, con tutti i rischi ad essa collegati.

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