
In questi giorni i mari asiatici sono affollatissimi. La portaerei statunitense USS George Washington ha appena effettuato uno scalo a Manila, nel Mar Cinese Meridionale, segnalando il rinnovato impegno Usa verso le Filippine, nell'ufficioso tentativo di sostenere il partner contro le crescenti pressioni regionali di Pechino. Il Dragone potrebbe considerare questa mossa come uno sforzo di contenimento e quindi intensificare, nell'immediato, la propria attività navale nelle acque contese. Tra l'altro, nelle ultime settimane le portaerei della Cina erano impegnate in varie esercitazioni militari. La Shandong ha condotto esercitazioni a nord delle Filippine, la Fujian stava effettuando prove in mare (in acque contese) a ovest della penisola coreana, mentre la Liaoning si trovava nelle acque del Pacifico della zona economica esclusiva del Giappone.
Cosa succede nel Mar Cinese Meridionale
Come ha spiegato il South China Morning Post le operazioni del ponte di volo sono state aperte ai media a bordo della nave a propulsione nucleare di classe Nimitz. Il comandante Capitano Timothy Waits ha spiegato che la missione in corso coincideva con l'impegno degli Stati Uniti di concentrarsi su Indo-Pacifico libero e aperto. "Conosciamo l'importanza di questo teatro o di questa regione. È una regione vasta, con molte nazioni. La maggior parte di esse si trova sulla costa. L'importanza delle rotte marittime aperte e libere, anche solo dal punto di vista commerciale, è importante per loro. È importante anche per noi. E in questo modo, condividiamo questi valori, così che la nostra presenza qui sia un valore aggiunto", ha dichiarato l'alto ufficiale Usa.
Attualmente attraccata al largo della baia di Manila, la presenza della nave statunitense arriva solo pochi giorni dopo che la Cina aveva schierato due delle sue portaerei nel Pacifico occidentale per esercitazioni militari. Le esercitazioni hanno spinto diverse personalità di spicco, tra cui il Segretario di Stato americano Marco Rubio, il ministro degli Esteri indiano S. Jaishankar, e quelli giapponesi e australiani, rispettivamente Takeshi Iwaya e Penny Wong, a esprimere serie preoccupazioni sulla situazione nel Mar Cinese Orientale e Meridionale.
Soltanto il mese scorso Manila aveva accusato la Guardia Costiera Cinese di aver sparato con un cannone ad acqua contro un'imbarcazione civile dell'Ufficio per la pesca e le risorse acquatiche delle Filippine, mentre quest'ultima stava consegnando rifornimenti ai pescatori filippini nei pressi di Scarborough Shoal, una delle numerose aree contese nel richiamato Mar Cinese Meridionale.
Porterei Usa nelle Filippine
La presenza della USS George Washington a Manila serve presumibilmente a rassicurare i partner regionali degli Usa sul fatto che il mantenimento di linee marittime "libere e aperte" resta una priorità statunitense. "Pechino considererà lo scalo in porto come un'ulteriore prova del contenimento statunitense e una giustificazione per l'intensificazione dell'attività navale della Cina", ha tuttavia dichiarato Vina Nadjibulla, analista presso l'Asia-Pacific Foundation of Canada. Attenzione alla tempistica: lo scalo della portaerei Usa a Manila è avvenuto quasi in concomitanza con la presenza della portaerei Shandong a Hong Kong.
Nel frattempo il governo delle Filippine ha deciso di mutuare il concetto giapponese di "teatro unico", una strategia militare che considera il Mar Cinese Meridionale, il Mar Cinese Orientale e la Penisola Coreana come un unico teatro operativo integrato in caso di conflitto. Il ministro della Difesa di Manila, Gilberto Teodoro Jr.
, ha spiegato che il concetto prevede una sinergia tra le forze armate di Filippine, Giappone, Stati Uniti, Corea del Sud e Australia in materia di operazioni, scambio d'intelligence, consapevolezza dello spazio operativo e rafforzamento reciproco delle capacità.