Cronaca internazionale

Giù da un ponte in sedia a rotelle: la protesta-choc degli attivisti green

Attivisti si calano da un ponte stradale per attrarre l'attenzione su Lutzerath. In Germania è polemica attorno ai Verdi

Giù da un ponte in sedia a rotelle: la protesta-choc degli attivisti green in Germania

Le proteste ecologiste in Germania non si placano. E si collegano direttamente ai fatti di Lutzerath, la località renana dove è in programma la costruzione di una nuova cava di ligniti. Questa mattina, a circa quattro chilometri dalla cittadina situata nel Lander del Nordreno-Vestfalia alcuni attivisti ecologisti tedeschi si sono posizionati su un ponte della statale 4A, occupandolo per calarsi con delle funi. Due manifestanti si sono calati in sedie a rotelle, per mostrare l'importanza del tema della difesa dei disabili dagli effwetti dei cambiamenti climatici.

La battaglia degli attivisti a Lutzerath

Lutzerath è in questi giorni epicentro di violenti scontri tra polizia e manifestanti. Ieri nel villaggio che le autorità tedesche vogliono sgomberare per far spazio alla nuova miniera di carbone era presente anche il leader mondiale degli attivisti climatici, Greta Thunberg, allontanata con la forza dalla polizia tedesca dopo aver marciato a capo di 35mila manifestanti.

Greta è stata allontanata dalla polizia dopo essersi seduta su un muro di cinta. Secondo la Polizia, questo sarebbe dovuto alla volontà di tutelare la sua sicurezza, secondo gli attivisti si è trattato dell'ennesimo gesto plateale delle autorità. Oggi, come conseguenza degli scontri di ieri, il gesto plateale degli eco-attivisti. Tra cui negli ultimi giorni sta prendendo piede, come pittoresco leader, il "Monaco", un giovane vestito in tonaca bruna ritratto mentre affronta la polizia camminando nel fango.

Nella stessa Lützerath, due attivisti si sono calati in un tunnel lunedì mattina, mentre nel frattempo lo smantellamento dell'accampamento continua. Nessuno scontro è stato registrato durante il gesto plateale dei giovani attivisti calatisi dal ponte vicino Luetzerath.

E come ricorda Market Screener, "nella miniera a cielo aperto di Hambach, a circa 20 chilometri di distanza, un escavatore gommato con benna è stato occupato fin dalle prime ore del mattino" e fermato da otto attivisti di una rete denominata "Contrattacco". "Con l'azione", ha rivendicato la rete di attivisti, "si vuole mostrare solidarietà con la gente del villaggio di Lützerath. Il gruppo ha anche criticato le azioni della polizia e ha chiesto la socializzazione della produzione di energia".

Il dilemma politico

Il caso Lutzerath è al centro del dibattito tedesco e agita le acque in casa al governo guidato dal Cancelliere Olaf Scholz (Spd), a cui partecipano anche i Verdi. Il Ministro dell'Economia, l'ecologista Robert Habeck, ha proposto nei mesi scorsi il ricorso emergenziale al carbone contro la dipendenza dal gas russo. "Le tensioni sono aumentate nelle ultime settimane, con la questione particolarmente delicata per i Verdi tedeschi, che hanno trascorso anni a criticare pesantemente l'estrazione del carbone, ma sono stati criticati per aver ammorbidito la loro posizione da quando sono entrati nel governo di coalizione", nota Politico.eu.

L'avanzamento dei lavori alla minera, va detto, è ben oltre la soglia di non ritorno che gli attivisti chiedono di non superare: quella della potenziale distruzione del villaggio. Nel 2013 la Corte Suprema di Berlino ha approvato il progetto dell'ampliamento della vicina minera Garzweiler II operata dalla compagnia Rwe. 900 abitanti del villaggio a metà strada tra Aquisgrana e Dusserdolf sono stati reinsediati già nel 2018 ed è stato previsto che al posto di Lutzerath sorgerà un lago. Ma gli attivisti non demordono.

E sono pronti a gesti plateali come quello che oggi ha contraddistinto la statale 4A pur di attrarre l'attenzione su un caso che sta imbarazzando il governo tedesco e può essere un bagno di sangue nei sondaggi per gli ecologisti al governo.

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