Qatargate

"Eurodeputati dem eletti coi voti marocchini": la nuova rivelazione sul Qatargate

A detta di Panzeri tre eurodeputati del Pd sarebbero stati eletti in Europa nel 2019 grazie ai voti, definiti decisivi, della comunità marocchina presente nei loro rispettivi collegi

"Eurodeputati dem eletti coi voti marocchini": la nuova rivelazione sul Qatargate
Tabella dei contenuti

Il Qatargate si arricchisce di nuovi particolari. Antonio Panzeri ha fornito ulteriori dettagli davanti agli inquirenti dell'Ufficio Centrale per la Repressione della Corruzione (OCRC) di Bruxelles. L'ex eurodeputato italiano, 67 anni, ha ripercorso di fronte ai magistrati belgi gli aspetti del presunto piano di corruzione che avrebbe messo in atto a scapito del Parlamento europeo e a vantaggio di Marocco, Qatar e Mauritania.

Le rivelazioni di Panzeri

Le testate giornalistiche francesi Le Soir e Knack, insieme al quotidiano italiano La Repubblica, hanno messo le mani sui verbali delle udienze di Panzeri - andate in scena tra il 2 e il 13 febbraio scorsi - oltre ad altri documenti del fascicolo dell'inchiesta. In un passaggio vengono citati tre nomi: Brando Benifei, Andrea Cozzolino e Alessandra Moretti. A detta di Panzeri, e come riportato dai media che hanno consultato gli atti, i tre eurodeputati del Pd sarebbero stati eletti in Europa nel 2019 grazie ai voti, definiti decisivi, della comunità marocchina nei loro rispettivi collegi.

In quell'anno Panzeri non si candida. Iscrive l'associazione senza scopo di lucro "Fight Impunity" a Bruxelles e continua a coltivare buoni rapporti con lo Stato marocchino. Abderrahim Atmoun, ambasciatore del Marocco a Varsavia, gli avrebbe quindi chiesto di indicare qualcuno che "poteva aiutarlo in Italia".

"Gli ho dato i nomi di Benifei, Moretti e Cozzolino. Questi parlamentari erano rappresentati dai rispettivi assistenti durante un importante incontro che si è tenuto a Roma con Atmoun e il responsabile dei cittadini marocchini nel mondo di cui non ricordo più il nome", avrebbe messo a verbale Panzeri, secondo Repubblica.

Su Moretti, Panzeri avrebbe dichiarato quanto segue: "Atmoun ha conosciuto Moretti in Veneto. Lui è stato sposato con un’italiana e, di tanto in tanto, si recava in questa regione per vedere la sua famiglia. Moretti ha mantenuto i rapporti con Atmoun e so che anche lei, con la sua assistente, è già stata a Varsavia e in Marocco".

Il (presunto) ruolo della comunità marocchina in Italia

L'ex eurodeputato avrebbe inoltre evidenziato che la comunità italomarocchina è la seconda comunità straniera in Italia. E che gli italiani di origine marocchina che hanno votato sarebbero stati "decisivi" ai fini della vittoria dei tre nomi indicati da Panzeri. "In effetti i tre parlamentari sono stati eletti con pochissima differenza rispetto ai loro concorrenti", avrebbe aggiunto, riferendosi sempre a Benifei, Moretti e Cozzolino.

Questi parlamentari sarebero stati rappresentati dai rispettivi assistenti in un incontro organizzato a Roma da Atmoun. Panzeri non ha però specificato cosa sarebbe stato detto durante questo colloquio, né ha menzionato denaro o doni.

Panzeri ha quindi parlato del suo rapporto con Atmoun, di un’amicizia che sarebbe andata avanti da oltre dieci anni e che sarebbe stata consolidata da inviti reciproci e viaggi di lusso. Nel 2014 Atmoun "mi disse che voleva aiutarmi con la mia campagna elettorale". Risultato: Panzeri viene eletto.

Repliche e risposte

"Non ho mai chiesto al signor Panzeri alcun supporto da parte di una comunità straniera", si è difesa Alessandra Moretti. "Mi ha detto (Panzeri ndr) che la comunità marocchina ha sostenuto alcuni candidati, me compresa, ma non so se fosse vero", ha quindi aggiunto, spiegando di aver conosciuto personalmente Atmoun nel 2019 "perché il signor Panzeri me lo ha presentato come un diplomatico marocchino". E ancora: "Non abbiamo mai discusso di questioni particolari, e negli ultimi anni non sono stata interessata o coinvolta in questioni relative al Marocco", ha concluso Moretti.

"Non ho mai avuto contatti diretti, né tramite miei assistenti, con il signor Atmoun, in generale o per la campagna elettorale.

Ricordo la proposta di Panzeri e del suo assistente Meroni per un incontro a Roma in cui si diceva che ci potevano essere buoni contatti da incontrare per le elezioni e avevano menzionato Atmoun, ma io non andai e non mandai nessuno a partecipare", ha invece replicato Benifei in una nota.

Commenti