Cronaca internazionale

L'Iran allarga il conflitto: "Risponderemo con forza". Israele avverte Hezbollah

L'Iran, che ha già bombardato Iraq, Siria e Pakistan - e che sta più o meno direttamente sostenendo Hamas, Hezbollah e Houthi – è pronto ad allargare il conflitto in Medio Oriente

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Non solo il braccio di ferro tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza, le scintille tra le Forze di difesa israeliane (Idf) ed Hezbollan lungo il confine con il Libano e i blitz degli Houthi contro le navi commerciali transitanti nel Mar Rosso. Gli stessi raid, tra l'altro, che hanno spinto Stati Uniti e Uk a bombardare alcune basi dei ribelli yemeniti. Nelle ultime ore si è aggiunto un nuovo pericoloso tassello al mosaico delle tensioni in Medio Oriente. L'Iran, che ha già bombardato Iraq e Siria - e che sta più o meno direttamente sostenendo Hamas, Hezbollah e Houthi – ha colpito anche il Pakistan. E la sensazione è che Teheran non abbia alcuna intenzione di fermarsi qui.

Anche l'Iran in campo

"Qualsiasi azione contro i diritti del popolo iraniano riceverà sicuramente una reazione, e noi rispondiamo con forza, e non consideriamo limiti quando si tratta di difendere i nostri interessi nazionali", ha dichiarato il ministro della Difesa dell'Iran, Mohammad Reza Ashtiani. A margine di una riunione di gabinetto, Ashtiani ha parlato delle capacità missilistiche dell'Iran, ha rivelato il possesso di vari missili con gittata inferiore a 2.000 chilometri, compreso il missile di classe Kheibar, uno dei missili più avanzati progettati dagli esperti dell'Organizzazione delle industrie aerospaziali del Ministero della Difesa.

Il Teheran Times ha dedicato ampio spazio al suddetto jolly militare, sottolineando che si tratta di un missile a propellente liquido con una testata del peso di 1.500 chilogrammi, dotato di "impressionanti capacità strategiche e tattiche". Ashtiani ha quindi rimarcato la posizione dell'Iran come "potenza missilistica globale", con missili da crociera e balistici, esprimendo gli sforzi in corso per migliorare ulteriormente la tecnologia missilistica. Il ministro ha anche fatto riferimento agli sviluppi in corso nella regione, inclusa l'operazione iraniana "contro il quartier generale dei terroristi in Siria", definendola un legittimo atto di difesa.

Ashtiani ha infine chiarito che gli avvertimenti, le misure diplomatiche e i tentativi di negoziazione precedono qualsiasi azione militare, segnalando l’impegno ad esaurire vie pacifiche prima di ricorrere a misure avverse. Ma le misure avverse, intanto, sono già state messe in atto. Le ultime in Pakistan, dopo un attacco dell'Iran contro "gruppi terroristici anti-iraniani" in una zona di confine tra i due Paesi.

I fronti caldi

I missili iraniani, insomma, volano nei cieli del Medio Oriente intervenendo su più fronti. Sono gli stessi che stanno lentamente facendo allargare un conflitto inizialmente localizzato solo nella Striscia di Gaza. Già, perché i missili usati dagli Houthi per colpire i mercantili transitanti nel Mar Rosso sono iraniani, come iraniani sono i missili usati per colpire i soliti "gruppi terroristici anti-iraniani" in Siria, Iraq e Pakistan. Nel frattempo a Teheran è apparso uno striscione recitante uno slogan emblematico: sulla scia di fuoco di un razzo si legge un "preparate le vostre bare", in farsi e in ebraico.

Per quanto riguarda il confine a nord di Israele, quello con il Libano, anche qui la situazione è tesissima. "La probabilità che" una guerra in Libano "accada nei prossimi mesi è molto più alta che in passato", ha dichiarato il capo di Stato Maggiore dell'esercito israeliano, il tenente generale Herzi Halevi.

Halevi ha detto che l'Idf sta "aumentando la preparazione per i combattimenti in Libano". "Abbiamo molte lezioni dai combattimenti a Gaza, molte delle quali sono molto rilevanti per i combattimenti in Libano, e ce ne sono alcune che devono essere adattate", ha spiegato.

"Vogliamo raggiungere un obiettivo molto chiaro in Libano, far tornare i residenti nel nord, tutte le comunità del nord", ha dichiarato ancora Halevi, riferendosi ai circa 80mila israeliani sfollati a causa degli attacchi quotidiani del gruppo filo iraniano Hezbollah.

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