 
Il presidente della Federazione russa Vladimir Putin, ha annunciato mercoledì 29 ottobre che il supersiluro nucleare “Poseidon” è stato testato con successo.
“Per la prima volta, siamo stati in grado non solo di lanciarlo da un sottomarino utilizzando il suo motore, ma anche di avviare il reattore nucleare”, ha dichiarato Putin. Il presidente russo ha affermato che il reattore che spinge il “Poseidon” è “cento volte più piccolo” di quelli a bordo di un sottomarino a propulsione nucleare.
Non è ancora chiaro da quale sottomarino sia avvenuto il lancio di prova. La Russia ha due battelli che sono in grado di trasportare il supersiluro: il “Belgorod” e il “Sarov”. Entrambi i sottomarini sono in mare, salpati da Severodvinsk, nel Mar Bianco. Vladimir Putin ha fatto l'annuncio del primo test del “Poseidon” durante una visita ai soldati feriti presso l'ospedale militare centrale Mandryka di Mosca, e cade una settimana dopo il test di un'altra arma a propulsione nucleare: il missile da crociera basato a terra “Burevestnik”.
Il “Poseidon” (designazione ufficiale russa 2M39) è un’arma di rappresaglia di tipo strategico: è dotato di testata e propulsione nucleare, che gli permette di avere un’autonomia praticamente illimitata. La sua carica atomica si ritiene che sia compresa tra i 2 e i 5 megatoni (1 megatone equivale a un milione di tonnellate di tritolo equivalenti) ed esplodendo sarebbe capace di contaminare una vasta area costiera rendendola impraticabile per lungo tempo grazie, si pensa, al principio della “bomba sporca”, ovvero con l’aggiunta, alla normale carica atomica, di materiale altamente radioattivo (in questo caso il cobalto-60) per aumentarne l’effetto contaminante. Si ritiene che il reattore nucleare imbarcato sul siluro possa sviluppare velocità di punta di 70 nodi, e il suo livello di automazione gli permetterebbe di viaggiare a profondità che si aggirano intorno ai mille metri e di restare “in agguato” per un tempo indefinito: fattori che ne fanno, di fatto, un’arma quasi impossibile da intercettare con gli attuali strumenti antisom.
Il “Poseidon”, comunque, è in grado di essere rilevato, in quanto, oltre a unità di superficie e subacquee dotate di sonar, la Nato e gli Stati Uniti possono disporre del sistema fisso Sosus per sorvegliare le profondità marine.
Questi supersiluri sono, come detto, armi di rappresaglia, ovvero pensati per rispondere a un attacco nucleare alla Russia, quindi non si tratta di armi per un primo colpo. Si ritiene che il siluro, una volta lanciato dal sottomarino “Belgorod” (o “Sarov”), possa venire indirizzato sul suo obiettivo dopo che è rimasto “quiescente” sul fondale marino (forse anche in apposite strutture posate sul fondo) sfruttando un sistema di segnali radio a bassissima frequenza lanciati da stazioni a terra oppure da unità navali di superficie.
Al momento non c'è ancora nessuna conferma indipendente riguardante il primo test del “Poseidon”: entrambi i sottomarini russi in grado di lanciarlo sono usciti in mare da tempo e non è stata osservata nessuna attività particolare dei ricognitori della Nato, almeno rifacendosi a fonti Osint (Open Source Intelligence).
Le prime notizie sul “Poseidon” hanno iniziato a circolare nel 2015, mentre il suo vettore principale, il sottomarino “Belgorod”, è stato varato nel 2019 e ha subito modifiche recenti proprio per imbarcare il supersiluro: a proravia della falsatorre risulterebbe essere installato un sistema di lancio “a revolver” con sei tubi per
lanciarlo. Il “Poseidon” è un'arma enorme, che è più paragonabile a un drone sottomarino che a un siluro: è lungo, infatti, circa venti metri e si stima pesi circa 100 tonnellate, con un diametro di due metri.