Cronaca internazionale

Le elezioni in Spagna e il paradosso della sinistra: esulta anche quando perde

Bandiere rosse e pugni chiusi: la sinistra in Spagna festeggia per aver impedito ai popolari di raggiungere la maggioranza assoluta necessaria per governare, ma ha perso le elezioni

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Benché al di sotto delle aspettative, e lontano dalla maggioranza assoluta necessaria per governare, dal voto spagnolo emerge chiaramente la vittoria del Partito popolare (Pp), che con oltre 8 milioni di voti torna ad essere il primo partito nel Paese, ottenendo 136 seggi, 47 in più delle elezioni del 2019. Fermi a 122 seggi i socialisti del premier uscente, Pedro Sanchez, Il leader del Pp, Alberto Nuñez Feijóo ha intenzione di far valere il suo diritto a formare il nuovo governo perché sarebbe una "anomalia" che in Spagna "non possa governare il partito più votato".

La mappa del voto in Spagna mostra un Paese dominato dai conservatori: il Pp è primo in 40 circoscrizioni su 52, mentre il Psoe, come nota YouTrend, è la lista più votata in Estremadura, Catalogna, Navarra e nelle province di Siviglia, Las Palmas e Álava. Entrambe le formazioni difficilmente riusciranno a formare un governo. Nonostante questo dato politico oggettivo, la sinistra in Spagna e in Europa esulta come se avesse vinto le elezioni. Bandiere rosse, pugni chiusi, dichiarazioni contro il machismo delle destre, nel Paese la sinistra è in festa, pur uscendo sconfitta dalle urne.

I Socialisti Ue esultano per il risultato del Psoe: "Adelante!!!!" scrive su Twitter la presidente del gruppo all'Eurocamera, Iratxe Garcia Perez, pubblicando la foto di un papavero rosso, mentre Sanchez, davanti a una folla di sostenitori, ha addirittura tirato in ballo il machismo delle destre: "Il machismo e l'arretramento delle libertà sono stati sconfitti, noi siamo molti di più", ha detto il premier uscente. La Spagna e tutti i suoi cittadini, ha poi aggiunto, "sono stati molto chiari: il blocco politico dell'involuzione, del ritorno al passato e dell'abrogazione di tutti i nostri passi avanti negli ultimi quattro anni ha fallito", ha rimarcato. "Il blocco di Partito Popolare e Vox è uscito sconfitto, siamo molti di più noi che vogliamo avanzare".

Così il premier ha sfruttato le elezioni anticipate

Sanchez ha indetto elezioni anticipate dopo il flop delle elezioni amministrative di fine maggio: in quell'occasione Alberto Núñez Feijóo ha ottenuto quasi 750mila voti in più rispetto ai socialisti e ha prevalso nelle principali città del Paese, oltre che nelle roccaforti di sinistra, suggellando una vittoria netta nella prima grande tornata elettorale dopo la pandemia che ha portato gli spagnoli ad eleggere 12 comunità autonome e 8.087 comuni. Grazie al voto anticipato, Sanchez è riuscito tuttavia a non farsi travolgere una seconda volta dai popolari e a limitare i danni, impedendo al Pp di ottenere la maggioranza utile in parlamento per governare. Nonostante il sostegno di Vox, che si è offerta di governare con il Pp, la coalizione raggiungerebbe infatti 169 seggi, sotto di 7 seggi necessari per governare.

Per quanto riguarda Il Psoe, nonostante un risultato migliore delle previsioni della vigilia, c'è poco da festeggiare: come nota l'Agi, infatti, anche sommando i voti della sinistra catalana, dei nazionalisti baschi e galiziani di sinistra, dei partiti regionali delle Canarie e di Valencia, Sanchez si fermerebbe a circa 172 seggi. Ago della bilancia potrebbe essere Junts per Catalunya, coalizione politica catalana guidata dall'ex presidente della Catalogna Carles Puigdemont, che oggi vive in Belgio dopo il tentativo secessionista del 2017. La strada, anche in questo caso, è nettamente in salita poiché Junts per Catalunya ha già fatto sapere di non essere disposto a garantire gratis la permanenza del premier socialista, come sottolineato dalla Capogruppo alla Camera, Miriam Nogueras.

E Sumar non decolla

C'è un altro dato che emerge nell'analisi del voto sulla sinistra spagnola: il fatto che la coalizione Sumar non si mai decollata. La coalizione guidata da Yolanda Díaz ha ottenuto 31 deputati, sette in meno rispetto a quelli ottenute da Unidas Podemos, Más País e Compromís nel 2019. Il partito rimane la quarta forza politica nel Paese, perdendo così la sfida diretta con la destra di Vox per il terzo posto, anche se per una manciata di voti (20mila circa). "Oggi la democrazia ha vinto ed esce più forte. Abbiamo vinto, oggi esce un Paese migliore", ha affermato Díaz nel suo discorso di domenica sera dopo lo scrutinio.

"Vincere" perdendo le elezioni: un classico della sinistra.

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