"Sequestrati beni, azioni e proprietà di Unicredit". La decisione del tribunale russo

Il valore dei beni sequestrati ammonta a 463 milioni di euro. La decisione è stata presa nell'ambito di un contenzioso tra diversi istitui bancari e RusChemAlliance. La Farnesina: "Stiamo seguendo il caso"

"Sequestrati beni, azioni e proprietà di Unicredit". La decisione del tribunale russo
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Problemi giudiziari in Russia per Unicredit. Il tribunale arbitrale di San Pietroburgo e della regione di Leningrado ha posto sotto sequestro conti, beni e proprietà della banca italiana per un valore di quasi 463 milioni di euro. La notizia è stata diffusa dall'agenzia Tass, secondo cui le misure sono provvisorie. Fonti della Farnesina hanno confermato che il ministero degli Esteri sta seguendo il caso e che si discuterà della disputa lunedì in una riunione del "tavolo Russia", che riunisce le aziende e le istituzioni impegnate nel mercato della Federazione, convocata dal titolare del dicastero Antonio Tajani.

La decisione è stata presa su istanza di RusChemAlliance, una joint venture tra il colosso Gazprom e Rusgazdobycha che si occupa del trattamento di gas liquido contenete etano a Ust-Luga. I beni finiti nel mirino della giustizia della Federazione appartengono a Unicredit Bank JSC e Unicredit Bank AG, con sede a Monaco di Baviera. Sono state sequestrate anche partecipazioni in Unicredit Leasing LLC e Unicredit Garant LLC, ma il tribunale ha negato alla società russa il sequestro del 100% delle sue azioni in queste due ultime sedi e, stando a quanto riportato dalla Tass, ha stabilito che "a causa del fatto che i conti di corrispondenza aperti a nome degli imputati contengono anche i fondi dei loro clienti, il sequestro dei fondi depositati su tali conti può essere effettuato solo in relazione ai fondi appartenenti agli imputati, ma non i loro clienti".

Secondo quanto riferito dal quotidiano Kommersat e dall’agenzia Interfax, RusChemAlliance ha intentato una causa contro la filiale tedesca dell’istituto bancario nell’agosto del 2023 a seguito del blocco alla costruzione di un impianto di trattamento del gas a Ust-Luga, nella regione di Leningrado, avvenuto nel maggio del 2022 e deciso da Linde, che era all’opera sul progetto con la società russa a Renaissance Heavy Industries, per non violare le sanzioni imposte alla Russia dall’Unione europea. A quel punto le banche garanti, tra cui Unicredit, si sono rifiutate di effettuare i pagamenti a RusChemAlliance per lo stesso motivo. Oltre all'istituto italiano, l'azienda di Mosca ha citato in giudizio anche Deutsche Bank, Commerzbank, Bayerische Landesbank e Landesbank Baden-Wurttemberg, oltre a intentare un'altra causa contro Linde per 105,5 miliardi di rubli la cui prima udienza è prevista per il 13 giugno.

Nell'aprile 2024, l'agenzia Reuters aveva diffuso la notizia che la Banca centrale europea si stava preparando ad aumentare la sua pressione su Unicredit, dopo aver alzato il tiro sull'austriaca Raiffeisen Bank International, con lo scopo di portarla a ridurre il drasticamente e velocemente il proprio business in territorio russo.

Fin dall'inizio della guerra in Ucraina, la Bce ha monitorato la situazione delle poche entità bancarie con filiali nella Federazione. La maggior parte ha mantenuto le proprie sedi nel Paese, ma ha ridimensionato le proprie attività e ha iniziato a studiare strategia di uscita.

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