Cronaca internazionale

La Ocean Viking torna in mare e minaccia: "Guerra non dichiarata"

Per due navi Ong che entrano in porto in Italia, altre quattro si avviano nel Mediterraneo centrale e provocano il governo italiano

La Ocean Viking torna in mare e minaccia: "Guerra non dichiarata"

Stop ai grandi trasporti di migranti dal Mediterraneo centrale all'Italia a bordo delle navi Ong. Sembra essere questa la direzione intrapresa dal governo italiano che in queste ore ha accordato due porti ad altrettante navi Ong: la tedesca Rise-Above deve andare a Gioia Tauro e la Sea-Eye 4 a Livorno. Stop agli sbarchi in Sicilia e, soprattutto, stop alle operazioni multiple. In tutto, le due navi trasportano poco più di 90 migranti, frutto di un solo intervento ciascuna. Ma per due navi che stanno entrando in porto, altre sono pronte a raggiungere il Mediterraneo centrale per operare nella settimana di Natale, compresa la Ocean Viking, che ha lasciato il porto di Marsiglia: farà tappa a Barcellona per il rifornimento e poi dirigerà la prua verso il nord-Africa.

Dalle pagine dei quotidiani allineati sono partite le solite dichiarazioni propagandistiche e vagamente minacciose da parte delle Ong, in questo caso della Sos Mediterranee, organizzazione francese titolare della Ocean Viking, battente bandiera norvegese. "Quarantasei richieste di porto sicuro senza risposta, notizie su assurde procedure di sbarco selettivo, naufraghi bloccati a bordo per giorni. Una situazione che non deve più ripetersi", ha detto Alessandro Porro, presidente di Sos Mediterranee a bordo di Ocean Viking, in un'intervista a la Repubblica, facendo riferimento allo scorso novembre, quando poi la Ong è andata a sbarcare in Francia. "Lì in mezzo al mare ci sono persone che muoiono senza neanche testimoni. Siamo in un contesto di guerra, benché non dichiarata", ha aggiunto Porro.

La nave Life Support di Emergency sta navigando da giorni davanti alle coste della Libia in acque internazionali, in attesa che arrivino i gommoni. La zona operativa sempre la stessa, quella davanti a Zuara, hub dei trafficanti di esseri umani che mettono in mare i barchini e affidano ai migranti i telefoni satellitari per informare della loro presenza. Astral, il veliero battente bandiera inglese dell'organizzazione Open Arms, da giorni prende tempo al largo di Malta. Da Barcellona è pronta a partire anche la Open Arms Uno, altra nave della stessa organizzazione, battente bandiera spagnola. È l'ammiraglia, forse una delle più grandi navi delle Ong con i suoi 66 metri di lunghezza e 15 di larghezza, il cui ponte può addirittura trasformarsi in un eliporto. Al suo interno anche un ospedale da 26 posti e una capacità di 300 migranti.

Nulla che le impedisca di tornare in Spagna in totale sicurezza dopo le operazioni nel Mediterraneo centrale.

Commenti