Sopravvive all'iniezione letale, l'Alabama lo giustizierà con l'azoto

Il caso sta facendo parecchio discutere negli Stati Uniti. Sopravvissuto all'iniezione letale, Kenneth Eugene Smith verrà costretto a inalare azoto puro che lo ucciderà mediante ipossia

 Sopravvive all'iniezione letale, l'Alabama lo giustizierà con l'azoto
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L'Alabama potrebbe diventare il primo Stato americano a usare l'azoto puro come metodo di esecuzione per porre fine alla vita di un condannato a morte. Si tratta di un procedimento mai utilizzato prima e che in questi ultimi mesi sta facendo molto discutere. La decisione di utilizzare l'azoto, facendolo respirare al prigioniero nel braccio della morte, è arrivata dopo che l'uomo è incredibilmente sopravvissuto all'iniezione letale a base di thiopental di sodio, bromuro di pancuronio e cloruro di potassio.

L'omicidio e la condanna

Si torna dunque a parlare di giustizia e di pena di morte, un argomento controverso che da sempre divide l'opinione pubblica, e non solo negli Stati Uniti. Il caso in esame è quello del 58enne Kenneth Eugene Smith, condannato alla pena capitale nello Stato dell'Alabama per aver ucciso su commissione, nel marzo del 1988, la 45enne Elizabeth Dorlene Sennett, moglie di un pastore della Wetside Church of Christ a Sheffield (Alabama). La donna fu trovata morta nella sua casa sita nella contea di Colbert. Il marito di lei, in difficoltà economiche per gravi debiti, aveva assoldato Smith e un altro uomo per ucciderla, così da riscuotere il denaro derivato dall'assicurazione sulla vita. Elizabeth Dorlene Sennett morì dopo aver ricevuto una serie di coltellate.

Smith fu catturato e inizialmente condannato all'ergastolo. La condanna venne poi convertita in pena di morte.

Scampato all'iniziezione letale

Kenneth Eugene Smith è stato sottoposto a iniezione letale lo scorso anno, ma qualcosa non è andato come previsto. Il mix di tre sostante chimiche finalizzate a rendere incosciente il prigioniero, provocare la paralisi muscolare e infine cessare l'attività del cuore non ha funzionato su Smith, che è sopravvissuto. A quanto pare ci sarebbero stati problemi con l'inserimento della flebo nelle vene del condannato.

Il 58enne è dunque tornato nuovamente nella sua cella, e dovrà presto affrontare nuovamente l'incubo di ogni detenuto che si trova nel braccio della morte.

L'utilizzo dell'azoto puro

È molto probabile che il prossimo tentativo sarà effettuato tramite inalazione di azoto puro, che provoca ipossia e quindi morte. A quanto pare si tratta di un metodo autorizzato dallo Stato dell'Alabama (e anche da Oklahoma e Mississippi) dallo scorso 2018. Nessuno Stato Usa, tuttavia, si era mai avvalso di questa procedura per le esecuzioni fino ad ora.

L'aria inalata dalle persone contiene il 78% di azoto, ma è del tutto innocua se respirata insieme all'ossigeno. Il discorso cambia se inalata da sola. Il condannato, costretto a respirare attraverso una maschera, si riempie i polmoni di solo azoto, gli organi non ricevono più ossigeno e in breve muore per soffocamento. Secondo la East Central University, la morte dovrebbe verificarsi intorno ai 4-5 minuti.

La vicenda che divide gli Usa

Kenneth Eugene Smith si è detto terrorizzato dal pensiero di affrontare la morte una seconda volta.

Le associazioni umanitarie si sono già sollevate, parlando di esperimento crudele. I legali del 58enne hanno bollato come incostituzionale la decisione del procuratore generale e hanno promesso battaglia.

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