Dalla Spagna alla Germania scoppia la guerra del topless: ecco cosa succede

Secondo il governo catalano proibire alle donne di stare in topless in piscina costituisce un atto discriminatorio. Anche a Berlino adesso le donne potranno stare in topless nelle piscine pubbliche

Dalla Spagna alla Germania scoppia la guerra del topless: ecco cosa succede
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“Proibire alle donne di stare nelle piscine pubbliche a torso nudo, costituisce una discriminazione": questo quanto si legge nel comunicato ufficiale che è stato recapitato ai comuni della Catalogna dal governo della comunità autonoma spagnola, la Generalitat de Catalunya, circa il regolamento da poter adottare all’interno delle piscine pubbliche dove da questo momento in poi per le donne sarà possibile andare in topless.

Una questione spinosa

È da due estati che le femministe del gruppo Mugrons lliures, nonché capezzoli liberi, denunciano la mancata attuazione del dispositivo governativo che prevede la libertà di andare a seno nudo, di allattare e di indossare costumi totalmente coprenti (come ad esempio i burkini) all’interno delle piscine municipali. "Nessuna ordinanza municipale che proibisce queste tre pratiche verrà applicata”, spiega la Generalitat che potrà anche avviare un procedimento amministrativo nei confronti dei comuni che non rispetteranno le regole, olte che sanzioni fino a 500 mila euro.

Così, nella comunicazione diramata dalla regione – datata al 22 marzo 2023, ma resa nota a distanza di mesi – si legge che non si può vietare l’uso di un “costume da bagno integrale”, ovvero il burkini né tanto meno l’allattamento delle mamme in pubblico. Secondo il governo, inoltre, negare alle donne di andare in piscina in topless “viola la libera scelta di ogni individuo di disporre del proprio corpo”; una questione assolutamente discriminatoria che andrebbe evitata anche per “il sesso o il genere, le convinzione religiose o l’abbigliamento”.

Infatti, alla base della decisione presa dal governo, come sottolinea la BBC, c’è proprio una legge che è stata approvata nel 2020 e che vieta ai comuni di discriminare le persone sulla base di diversi parametri tra cui etnia, genere, disabilità, ma anche aspetto fisico e abbigliamento. “Basta aver paura di essere cacciate dalle piscine. Stampa questa lettera e mostrala a chi vieta il topless”, scrivono il ministero dell'uguaglianza e del femminismo catalano e in particolare la ministra Tanía Verge.

Anche a Berlino via libera al topless

Sulla scia dei movimenti “free nipples” (capezzoli liberi), sono tanti i gruppi femminili che cercano a tutti i costi di ottenere la possibilità di mostrare il seno in piscina, esattamente come fanno gli uomini. Proprio a Berlino nel marzo scorso il governo dello Stato della città ha autorizzato il topless libero per tutti nelle piscine pubbliche. La decisione è arrivata dopo una che una donna ha sporto denuncia per discriminazione, dal momento che non le era stato permesso di rimanere in topless in una piscina di Berlino.

“La decisione stabilisce pari diritti per tutti i berlinesi, maschi, femmine o non binari, e crea anche certezza giuridica. Ora però è importante che il regolamento venga applicato in modo coerente e che non ci siano più divieti ed espulsioni", ha fatto sapere il capo dell'ufficio del difensore civico Doris Liebscher.

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