Trent’anni di studi: le cellule "scudo" ora vincono il Nobel

Le scoperte sul sistema sentinella: svolta per malattie autoimmuni e (forse) cancro

Trent’anni di studi: le cellule "scudo" ora vincono il Nobel
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Le loro ricerche sono un passo chiave nella lotta contro le malattie autoimmuni e il cancro. Per questo Mary E. Brunkow, Fred Ramsdell e Shimon Sakaguchi hanno ricevuto il premio Nobel per la Medicina 2025. Le loro - si legge nelle motivazioni - sono «scoperte rivoluzionarie sulla tolleranza immunologica periferica, che impedisce al sistema immunitario di danneggiare l'organismo». E dietro la parola «scoperte» sia ben chiaro che non ci sono mesi di studi ma anni ed anni.

In cosa consiste la scoperta? Nel nostro sistema immunitario c'è un servizio di «security» che fa sì che le cellule immuni non sbaglino obiettivo attaccando il nostro stesso organismo. Queste guardie di sicurezza sono le cellule T regolatorie e a scoprirle sono stati Brunkow, Ramsdell e Sakaguchi. «Le loro scoperte sono state decisive per comprendere il funzionamento del sistema immunitario e il motivo per cui non tutti sviluppiamo gravi malattie autoimmuni» afferma Olle Kämpe, presidente del Comitato per il Nobel.

Questa storia comincia nel 1995, quando lo scienziato giapponese Shimon Sakaguchi (74 anni) fa la prima scoperta fondamentale, andando (all'epoca) controcorrente rispetto alla convinzione (diffusa e sostenuta da molti ricercatori) che la tolleranza immunologica si sviluppasse solo per l'eliminazione di cellule immunitarie potenzialmente dannose nel timo, attraverso un processo chiamato tolleranza centrale. Sakaguchi ha dimostrato invece che il sistema immunitario è più complesso e ha scoperto che una classe di cellule immunitarie precedentemente sconosciuta protegge l'organismo dalle malattie autoimmuni. Un primo punto fermo.

Il potente sistema immunitario umano, in altre parole, deve essere regolato, altrimenti potrebbe attaccare i nostri stessi organi. Sakaguchi e gli americani Mary E. Brunkow (64 anni) e Fred Ramsdell (65) hanno scoperto come si tiene sotto controllo.

Le loro ricerche sulla tolleranza immunologica periferica hanno rivoluzionato lo sguardo che la scienza aveva fino a quel momento sulle sentinelle del nostro organismo. Sentinelle che ci proteggono da migliaia di microbi diversi che cercano di invaderci. Questi hanno tutti un aspetto diverso e molti hanno sviluppato somiglianze con le cellule umane come forma di mimetizzazione. Come fa il sistema immunitario a stabilire cosa attaccare e cosa difendere? Qui entrano in gioco gli studi da Nobel.

Dopo le intuizioni di Sakaguchi, da Brunkow e Ramsdell arriva l'altra scoperta chiave nel 2001: gli esperti spiegano il motivo per cui uno specifico ceppo di topi fosse particolarmente vulnerabile alle malattie autoimmuni. Due anni dopo Sakaguchi dimostra che il gene Foxp3 regola lo sviluppo delle cellule da lui identificate nel 1995. Queste cellule, oggi note come cellule T regolatorie, monitorano altre cellule immunitarie e garantiscono che il nostro sistema immune tolleri i nostri tessuti. L'impatto di queste scoperte fondamentali? Aprire la via a nuove strategie terapeutiche.

Oggi diversi team stanno studiando modi per smantellare il muro di cellule T regolatorie e far sì che il sistema immunitario possa accedere ai tumori. Nelle malattie autoimmuni, invece, stanno cercando di promuovere la formazione di un maggior numero di linfociti T regolatori.

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