
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha ordinato un'indagine sulle azioni esecutive intraprese dal predecessore Joe Biden durante le ultime fasi del suo quadriennio alla Casa Bianca, tornando a sollevare dubbi sullo stato cognitivo dell'ex presidente nella fase finale del suo mandato. Trump ha incaricato il legale della Casa Bianca, in coordinamento con la procuratrice generale Pam Bondi, di verificare se vi sia stata una "cospirazione per ingannare l'opinione pubblica" sullo stato mentale di Biden e per esercitare in modo incostituzionale i poteri presidenziali.
L'indagine si concentrerà sugli atti firmati da Biden tramite "autopen", questione su cui Trump e i conservatori avevano già sollevato polemiche nei mesi scorsi. Il provvedimento firmato ieri da Trump cita, tra gli altri, la nomina di oltre 200 giudici federali, migliaia di atti di clemenza e più di 1.000 documenti presidenziali emessi al termine del mandato di Biden. La Casa Bianca ha confermato che l'avvocato per la grazia, Ed Martin, sta esaminando gli atti di clemenza concessi da Biden, compresi quelli a beneficio dei suoi familiari, firmati poco prima di lasciare la Casa Bianca. Repubblicani della Camera hanno inoltre contattato ex collaboratori di Biden nell'ambito di un'indagine sulle sue facoltà mentali, mentre il dipartimento di Giustizia ha diffuso il mese scorso l'audio completo dell'intervista tra Biden e il procuratore speciale Robert Hur, che aveva menzionato possibili vuoti di memoria dell'ex presidente
Joe Biden ha contrattaccato: "Sia chiaro: ero io a prendere le decisioni durante la mia
presidenza. Ero io a prendere le decisioni su condoni, ordini esecutivi, leggi e proclami. Insinuare che non fossi io a prendere quelle decisioni è ridicolo e falso", ha affermato Biden in una dichiarazione inviata alla Afp.