Trump taglia i dazi su carne, pomodori e caffè. Ma a Washington infuria il caso “pasta italiana”

La decisione fa parte di un pacchetto di misure pensato per contenere i prezzi degli alimenti in vista della nuova stagione elettorale che porterà alle midterm

Trump taglia i dazi su carne, pomodori e caffè. Ma a Washington infuria il caso “pasta italiana”
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Nel tentativo di rispondere al malcontento degli americani per il caro-vita, il presidente Donald Trump ha annunciato un taglio dei dazi su carne bovina, pomodori, banane e caffè. La decisione fa parte di un pacchetto di misure pensato per contenere i prezzi degli alimenti, diventati uno dei temi politici più sensibili in vista della nuova stagione elettorale, in previsone delle midterm. La Casa Bianca assicura che l’obiettivo è alleggerire la pressione sulle famiglie, specie su prodotti che gli Stati Uniti non producono in quantità sufficiente, come caffè e banane.

Mentre l’amministrazione cerca di imprimere una svolta sul fronte inflazionistico, a Washington continua però a montare un’altra vicenda commerciale: il caso della pasta italiana. Nei giorni scorsi alcuni media avevano parlato di una presunta “guerra alla pasta” che avrebbe potuto portare all’uscita dai supermercati statunitensi di marche celebri del made in Italy. La Casa Bianca respinge categoricamente questa ricostruzione e chiarisce che non esiste alcuna iniziativa politica contro l’Italia. Al contrario, insiste che la questione nasce da una procedura tecnica e indipendente prevista dal Congresso, gestita dal Dipartimento del Commercio e avviata su richiesta di una delle aziende coinvolte.

L’indagine riguarda tredici produttori italiani, tra cui Garofalo e La Molisana, sottoposti alla revisione annuale delle tariffe antidumping in vigore dagli anni Novanta. Il Dipartimento del Commercio ha stabilito in via preliminare un dazio del 91,74% per alcuni gruppi, che sommato al 15% previsto per i prodotti europei porterebbe la tariffa finale oltre il 100%. La cifra, altissima, deriva – secondo il rapporto preliminare – da gravi lacune nella documentazione ricevuta, considerata incompleta o incoerente in varie parti. Fonti americane spiegano che le aziende italiane sono state più volte invitate a fornire chiarimenti e a correggere i database su vendite, costi e produzione, ma gli aggiornamenti non sarebbero arrivati nei tempi e nelle forme richieste.

I funzionari dell’amministrazione sottolineano che c’è ancora tempo, fino a gennaio, per evitare che la tariffa venga finalizzata e ricordano che Trump non può intervenire direttamente su dazi antidumping stabiliti da un processo semi-giudiziario autonomo.

Ribadiscono inoltre che le aziende interessate rappresentano solo il 16% delle importazioni italiane di pasta negli Stati Uniti e che la maggior parte della pasta consumata nel Paese è prodotta internamente. Se le aziende collaboreranno in tempo, il dazio antidumping potrebbe tornare a cifre consuete nel passato, tra il 7 e il 10%, o anche allo 0%.

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