Cronaca internazionale

Vietato il termine “omosessualità” in Iraq: bisogna utilizzare “devianza sessuale

Stop anche all’utilizzo del termine “genere”. Nelle ultime settimane si sono moltiplicati gli episodi di bandiere arcobaleno bruciate

Vietato il termine “omosessualità” in Iraq: bisogna utilizzare “devianza sessuale”

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Vietato il termine “omosessualità” in Iraq: bisogna utilizzare “devianza sessuale”

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In Iraq il regolatore ufficiale dei media ha dato l’ordine a tutte le società di media e social network che operano nel Paese di non utilizzare il termine “omosessualità” ma l’espressione ”devianza sessuale”. Come riportato dalla Cnn, la conferma è arrivata direttamente dal portavoce del governo. Ma non è tutto: il documento che regola le comunicazioni e i media (il CMC, ndr) segnala che è vietato utilizzare anche il termine “genere”/”gender”.

Tra i vari interventi previsti dall’esecutivo, il divieto predisposto nei confronti di tutte le società telefoniche e Internet di utilizzare i termini in qualsiasi loro applicazione mobile. Per quest’ultimo passaggio, un funzionario del governo ha precisato che la decisione aspetta ancora il via libera finale. Non è stata inoltre stabilita la sanzione nei confronti di chi violerà le norme, ma dovrebbe trattarsi di una multa.

L’Iraq non criminalizza esplicitamente la comunità Lgbt, ma le clausole morali vagamente definite nel codice penale sono state spesso utilizzate per prendere di mira i membri del mondo arcobaleno. In particolare, negli ultimi due mesi i principali partiti iracheni hanno aumentato il pressing nei confronti dell’universo gay. Alcune bandiere arcobaleno sono state bruciate durante le proteste delle fazioni musulmane sciite contrarie ai recenti roghi del Corano in Svezia e Danimarca.

Appena un mese fa il vice capo della Commissione per gli affari legali del Parlamento federale di Baghdad, Mortada Al-Saadi, ha firmato un disegno di legge che propone di vietare l’omosessualità. Negli ultimi anni gli episodi di violenze, torture e aggressioni nei confronti degli iracheni Lgbt si sono moltiplicati. Secondo quanto riferito da The Human Rights Watch, nel giugno del 2021 sono state arrestate undici persone omosessuali ai sensi dell’articolo 401 del codice penale che criminalizza l’indecenza pubblica.

Nel 2020 fece clamore la reazione del ministro degli Esteri dell’Iraq in occasione della Giornata internazionale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia. I parlamentari di Baghdad si scatenarono contro le sedi Ue e Bce e le ambasciate di Gran Bretagna e Canada per aver issato la bandiera arcobaleno.“Essere omosessuali è contrario alle norme e ai valori dell’Iraq”, la posizione delle autorità, con tanto di invito intimidatorio:"Ricordiamo a tutte le missioni che operano in Iraq di aderire alle leggi del nostro Paese e a seguire le norme diplomatiche".

In precedenza Muqtada al-Sadr, leader del Movimento Sadrista, definì l’omosessualità “una malattia mentale”.

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