Potrebbe esserci un importante cambiamento nella politica estera degli Stati Uniti. Dopo aver trascorso l'ultimo decennio a contrastare in tutti i modi l'ascesa della Cina per preservare l'attuale ordine globale, con un modus operandi più o meno condiviso tanto dai repubblicani quanto dai democratici, Washington avrebbe capito di aver raggiunto, almeno per il momento, il limite massimo dello scontro con Pechino. Tra accuse pesantissime rivolte contro il Dragone, dazi e guerre commerciali, andare oltre significherebbe affrontare il rischio di un conflitto militare. È per questo che l'amministrazione Trump starebbe silenziosamente dirottando le energie dal fronte cinese – almeno temporaneamente – per concentrarsi sul Venezuela. Riflettendo l'eventuale svolta del governo, pare addirittura che la Central Intelligence Agency (CIA) stia valutando persino la possibilità di sciogliere il suo China Mission Center, una struttura creata nel 2021 e dedicata alla raccolta, analisi e coordinamento dell'intelligence riguardante la Cina, come parte di un riallineamento volto a ridurre l'importanza del confronto con il gigante asiatico.
Il possibile cambio di passo della CIA
La clamorosa indiscrezione è stata riportata su substack, precisamente su Capital & Empire, dalla giornalista statunitense Aida Chavez, già corrispondente da Washington per The Nation e The Intercept. Un portavoce della CIA ha bollato la storia del China Mission Center come "falsa, assurda e totalmente infondata". L'agenzia non ha però replicato alle altre parti dell'inchiesta, tra cui il contesto relativo al crollo delle operazioni di spionaggio statunitensi in Cina tra il 2010 e il 2012. Secondo la stessa Chavez, infatti, questo dipenderebbe dal fatto che gli Usa starebbero presentando il regime change del Venezuela come il nuovo e prossimo fronte della sicurezza nazionale.
La CIA dispone di circa una dozzina di centri di missione che coprono molteplici aree funzionali, tra cui controspionaggio, antiterrorismo, tecnologia, armi e contro proliferazione, nonché centri regionali specializzati in aree geografiche come Africa, Europa ed emisfero occidentale. Nel 2021, l'amministrazione Biden aveva lanciato un centro di missione dedicato solo ed esclusivamente alla Cina, l'unico dedicato a un singolo Paese, a conferma di quanto l'apparato di sicurezza nazionale statunitense fosse stato completamente riorientato verso la cosiddetta minaccia cinese.
La mossa degli Usa
Ebbene, Chavez sostiene che la CIA starebbe valutando la possibilità di chiudere il centro cinese, in parte a causa della sua inefficacia, avendo consumato ingenti risorse con scarsi risultati, e in parte per le nuove esigenze dell'amministrazione Trump. Tra il 2010 e il 2012, del resto, il controspionaggio cinese aveva annientato l'intera rete di informatori della CIA, uccidendo o imprigionando quasi venti persone e vanificando anni di attività di spionaggio statunitense. A distanza di quasi un decennio l'agenzia non si è ancora completamente ripresa. In ogni caso, al netto di aggressività verbale e guerre commerciali gli Usa continuano a rimanere strutturalmente dipendenti dalla Cina.
Sarebbe per questo che a fine marzo la CIA e, più in generale, la comunità di intelligence Usa avrebbe iniziato a intensificare gli sforzi nella "lotta alla droga" e a concentrarsi sull'emisfero occidentale, proprio mentre Trump intensificava le sue minacce tariffarie contro la Cina. Nei mesi successivi, l'esercito statunitense ha seguito l'esempio. Nelle bozze del documento della Strategia di Difesa Nazionale 2025 la Cina è stata declassata dall'elenco delle minacce, rinnovando l'attenzione sulla "difesa della patria" e sulla "sicurezza emisferica".
Questo cambiamento segnerebbe un allontanamento dalle precedenti dottrine che prendevano esplicitamente di mira la Cina, inclusa la Strategia di Difesa Nazionale 2018 della prima amministrazione Trump, che la identificava come priorità assoluta.
In ogni caso, l'ipotetica svolta di Trump, ossia il presunto smarcamento – presumibilmente temporaneo - dal confronto con la Cina e l'avvicinamento all'emisfero occidentale, non sarebbe solo una riorganizzazione ma un riconoscimento dei limiti dei materiali degli Usa.