Cronaca internazionale

"Zuckerberg ha rifiutato, non si combatterà in Italia": Musk risponde a Sangiuliano

L'ormai mitico duello tra Musk e Zuckerberg non si terrà in Italia: ecco la risposta del magnate sudafricano al ministro Sangiuliano e le parole che ha riservato Maurizio Gasparri ai due contendenti

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Che la sfida non abbia inizio: nonostante le voci sempre più insistenti sul famoso combattimento-scontro tra i due big del mondo social, Elon Musk e Mark Zuckerberg, l'unica certezza è che non sarà l'Italia il Paese prescelto se (e quando) i due sfidanti decideranno davvero di incontrarsi faccia a faccia.

Il tweet di Musk

La notizia è stata data direttamente dal magnate sudafricano sul social X (ex Twitter) rispondendo in italiano a quanto aveva scritto l'11 agosto il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, che aveva fatto sapere di avere avuto una "lunga e amichevole conversazione con Elon Musk su un grande evento di evocazione storica" che non si sarebbe tenuto a Roma ma che il nostro Paese, in un'altra location, sarebbe stato disposto a ospitare. "Ci sarà una ingente donazione a due importanti ospedali pediatrici italiani per il potenziamento delle strutture e la ricerca scientifica per combattere malattie", aveva scritto il ministro ma, a quanto pare, anche la beneficienza è in forte dubbio.

Come detto, nelle ultime ore Musk ha spiegato il cambio di marcia scaricando la responsabilità sul suo avversario. "Voglio ringraziare il ministro Sangiuliano per la gentilezza e la disponibilità nel voler organizzare un evento di intrattenimento, culturale e di beneficenza in Italia - si legge su X - "Volevamo promuovere la storia dell’Antica Roma con il supporto di esperti e allo stesso tempo raccogliere soldi per i veterani americani e gli ospedali pediatrici in Italia. Zuckerberg ha rifiutato l’offerta perché non è interessato a questo approccio. Vuole solo combattere se è la UFC organizzare l’incontro. Io comunque sono sempre pronto a combattere", ha sottolineato.

Ma cosa significa Ufc? È l'acronimo di Ultimate Fighting Championship, ossia una società americana di arti marziali con sede a Las Vegas di cui fa parte Zuckerberg. Stando alle affermazioni del magnate, quindi, il numero uno di Meta combatterebbe soltanto se l'Ufc deciderà dove e quando, altrimeni non se ne fa nulla. Addio, quindi, ai sogni di gloria di vedere in Italia i due contendenti all'interno dell'Arena di Verona, ad esempio, piuttosto che a Pompei o un'altra location altrettanto suggestiva. Come abbiamo visto sul Giornale.it, però, già nei giorni scorsi di fronte a certe ipotesi il proprietario di Meta aveva inizato a manifestare dubbi e remore facendo, anche lui, scaricabarile sul proprio avversario. "Se mai sarà d'accordo su un vero appuntamento, lo saprete da me. Fino ad allora, per favore, presumete che tutto ciò che dice non sia stato concordato. Condividerò i dettagli sul mio prossimo combattimento quando sarò pronto".

Le parole di Gasparri

Parole tutt'altro che al miele le ha pronunciate nelle ultime ore il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri, che in una nota ha fatto sapere che "i due straricchi hanno preso in giro tutti. Questa roba non ci sarà mai. Ma se la scazzottatà va in archivio, resta il problema fiscale. Il signor Zuckerberg, entro il 6 ottobre, deve rispondere alle autorità italiane che gli hanno chiesto di pagare alla Siae i diritti d'autore dei contenuti che usa su Meta". La polemica nasce da alcuni mancati adempimenti fiscali secondo quando dichiarato dal senatore Gasparri. "Non riconoscono il pagamento del diritto d'autore. La nostra autorità Antitrust è finalmente intervenuta e ha indicato tempi e modalità per agire. Il governo che ha dei contatti con questi signori e sono certo che li utilizzerà per indurli a dei comportamenti virtuosi".

In particolare, l'attacco sembra tutto per Zuckerberg che "deve pagare. La deve smettere di rubare contenuti nel nostro Paese, come temo faccia anche in altri, senza versare le cifre dovute. Ai giganti della rete non bisogna offrire arene e monumenti. Bisogna guardarli dritti negli occhi, obbligarli a fare il loro dovere.

Nessun servilismo di fronte a questi prepotenti e arroganti evasori", conclude il senatore.

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