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A Milano si canta Bella ciao alla recita di fine anno: "Basta propaganda"

In una scuola media di Milano è prevista l'esibizione di una classe sulle note di Bella Ciao. La Lega: "Ingerenze politiche negli istituti non sono ammissibili"

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La famosa egemonia culturale di sinistra non è un concetto astratto di cui discutere alle tavole rotonde o nei forum preposti. O meglio, non è solo quello. È qualcosa di concreto e tangibile che è frutto di un innegabile impegno dell'intellighenzia rossa di imporre il suo come unico pensiero dominante. Per tanti anni è stato lasciato colpevolmente campo libero a questo tipo di colonizzazione ma ora che si cerca di cambiare le carte in tavola, gli stessi esponenti dell'intellighenzia, che si professano tutori della democrazia, gridano alla volontà di dittatura. Eppure, è così facile dimostrare il contrario, dimostrare cioè la prassi diffusa e radicata di indottrinamento della sinistra fin dalle scuole, dove viene influenzata la coscienza critica in formazione dei bambini e degli adolescenti.

L'ultimo caso in tal senso arriva da una scuola di Milano, la democraticissima e buonissima Milano in cui ci si strappa le vesti per i diritti Lgbtq e gli ideali green (a convenienza) ma si minimizzano le violenze e le aggressioni sessuali, soprattutto se compiute da stranieri. La propaganda della sinistra inizia proprio nelle aule delle scuole milanesi dove, come denunciano Silvia Sardone, europarlamentare e commissario cittadino della Lega, e Vanessa Ragazzoni, consigliere municipale leghista in Zona 2, durante la recita di fine anno della scuola media di via Adriano, i ragazzini intoneranno "Bella Ciao".

"Non è la prima volta che a Milano, ma anche in altre parti d’Italia, la politica si fa largo tra i banchi degli istituti. Guarda caso con un orientamento sempre di sinistra. Chiediamo un pronto intervento del Comune di Milano per fermare questa propaganda", dicono le due esponenti del Carroccio. Il problema di base è l'indottrinamento dei più piccoli, pratica diffusa nelle scuole italiane da parte dei docenti schierati a sinistra: "Su certi temi le singole famiglie non possono essere scavalcate. Ingerenze politiche negli istituti non sono ammissibili".

Sardone e Ragazzoni anticipano anche la risposta a quella che da sempre è diventata la giustificazione della sinistra per la diffusione di questa canzone: "La sinistra non venga a farci la solita lezioncina di moralità ed etica secondo cui 'Bella ciao' è una canzone di libertà, quando in realtà è diventato l’inno della sinistra per eccellenza che troppo spesso viene riproposto nelle scuole". La politica va fatta negli spazi preposti, che non sono certo le aule scolastiche: "In classe si studia e impara.

E non ci risulta che 'Bella ciao' rientri nei programmi scolastici…".

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