Derubavano i turisti in aeroporto grazie a finti controlli: in manette due doganieri

L’episodio è accaduto a Napoli. Nei guai anche quattro dipendenti delle Dogane e cinque finanzieri

L'aeroporto di Capodichino a Napoli
L'aeroporto di Capodichino a Napoli

Tra le vittime del raggiro c’è anche Tom Gores, proprietario della squadra Nba dei Detroit Pistons, imprenditore tra i più ricchi d’America, ma a finire nella rete dei truffatori italiani ci sarebbero altri turisti miliardari provenienti da tutto il mondo. La polizia di frontiera aerea e la squadra mobile hanno arrestato a Napoli due doganieri in servizio all’aeroporto di Capodichino. L’accusa nei loro confronti, come riporta il Corriere del Mezzogiorno, è di ricettazione e concussione. I finanzieri, secondo gli inquirenti, avrebbero rubato dei soldi agli ignari turisti approfittando dei controlli di routine. Nei guai sono finiti anche quattro dipendenti delle Dogane, per aver manomesso le cimici installate dalle forze dell’ordine, e altri cinque finanzieri, per aver informato gli imputati delle indagini in corso.

Come avveniva la truffa

Gli indagati avrebbero abusato del loro ruolo effettuando controlli e verifiche non necessarie. I doganieri coinvolti si sarebbero appropriati del denaro dei turisti facoltosi assicurando loro di chiudere un occhio sulle ispezioni. In cambio del favore avrebbero chiesto le tangenti. I dipendenti dell’aeroporto facevano credere ai viaggiatori che il quantitativo di soldi che trasportavano non poteva sbarcare in Italia e che ciò avrebbe comportato una sanzione salata. Lasciando una parte del denaro a loro non ci sarebbe stato alcun controllo. Uno stratagemma banale, ma che ha fruttato un buon incasso ai truffatori.

Le vittime

Oltre all’imprenditore Tom Gores, tratto in inganno proprio con la scusa del denaro in eccesso, hanno subito il raggiro diversi miliardari provenienti non solo dagli Stati Uniti ma

anche dalla Cina. A una turista statunitense sono stati sottratti 3mila dollari dal portafogli, mentre un imprenditore cinese ha pagato 1.500 euro per evitare problemi nel corso delle verifiche in Dogana.

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