Il cattivo maestro arringa il liceo: "Gli ebrei? La guerra sintomo di una malattia"

Il presidente di Arci Notarianni davanti agli studenti del Virgilio: "Anormale riprodurre ciò che si è subito". Poi mezza retromarcia

Il cattivo maestro arringa il liceo: "Gli ebrei? La guerra sintomo di una malattia"
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«Il popolo ebraico ha bisogno di aiuto. Riprodurre un dolore che si è subito è un sintomo di una malattia. Non è normale, non è giusto». Questa è una delle affermazioni udite durante l’assemblea d’istituto di ieri, davanti a circa 1.800 studenti del liceo Virgilio di Milano. Non era nata sotto i migliori auspici, quanto a pluralismo ed equilibrio, l’assemblea degli studenti della scuola, in zona viale Abruzzi-Dateo. Il consesso aveva all’ordine del giorno «il conflitto israelo-palestinese» e la partecipazione del «giornalista Maso Notarianni», presidente di Arci Milano - reduce della missione della Flotilla - e di non meglio precisati «giovani attivisti palestinesi», dettaglio che è subito parso irrituale, vista la necessità di qualificare i relatori chiamati al difficile compito di parlare con un gran numero di ragazzi, di una questione complessa come la guerra di Gaza, con tutto quello che ha a monte, dai precedenti conflitti all’atroce attacco terroristico condotto da Hamas contro Israele il 7 ottobre 2023.

Non era nata sotto i migliori auspici, ma forse è andata peggio del previsto, la mattinata del Virgilio. Gli attivisti altro che non erano che esponenti dei Giovani palestinesi, sigla molto «calda», e hanno sciorinato assurdità, argomenti tesi a demonizzare Israele («la lucidità criminale del pensiero sionista») giustificando la «resistenza armata» come «lotta di liberazione» degli oppressi dagli «oppressori». Insomma, l’ormai consueto racconto che dipinge lo Stato ebraico come «entità sionista» che occupa, colonizza e uccide. Nelle slide, l’immancabile slogan che invoca una «Palestina libera dal fiume al mare», quindi sull’attuale territorio israeliano.

Ma ciò che più ha colpito è l’intervento di Notarianni, considerato dalla direzione scolastica un ospite «dal curriculum prestigioso». Il presidente di Arci non ha giustificato il 7 ottobre - ha parlato di «rabbia e frustrazione» - ma non si è neanche limitato a raccontare la sua esperienza di attivista sulla Flotilla. Si è lanciato in un’interpretazione psicologica del conflitto che ha lasciato basiti alcuni dei partecipanti (circa 300 presenti nell’aula magna della scuola, gli altri collegati). «Quando in famiglia c’è un episodio di molestia - ha detto tra l’altro Notarianni - nella maggior parte dei casi, se non interviene dall’esterno o un amico molto bravo, o uno psicologo, chi ha subito molestie tende a riprodurle nella generazione successiva. Questa cosa si chiama catena del dolore». «A me - ha aggiunto - è sembrato evidente che il popolo ebraico non è riuscito a spezzare quella catena del dolore. E mi chiedo come si può fare ad aiutarli». «Io credo che anche loro abbiano bisogno di aiuto - ha concesso - Riprodurre un dolore che si è subito è un sintomo di una malattia non è normale, non è giusto, non è normale».

Parole che sono parse incredibili, per un uomo che ha una solida esperienza di attivismo e comunicazione, a sinistra. Notarianni è stato candidato, da indipendente, nelle liste del Pd, alle ultime elezioni regionali, ma in passato ha lavorato anche come inviato e fotografo su fronti caldi, collaborando poi con importanti Ong. «Probabilmente la parola malattia è sbagliata - ha ammesso poi ieri, parlando con il Giornale - anche se forse se andassimo a vedere l’etimologia...Parliamo di anomalia».

«Mi ha fatto molto male - ha spiegato ricordando il suo sbarco in Israele - vedere quel carcere tappezzato di bandiere e quei cani lupi che abbaiavano aizzati. Fa male vedere che il popolo che ha subito la Shoah possa riprodurre quelle raffigurazioni».

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