
Era il 2 settembre del 2015, esattamente 10 anni fa, quando la foto del piccolo Alan Kurdi, scattata dalla fotoreporter turca Nilufer Demir, commosse il mondo. Magliettina rossa, pantaloncini scuri, scarpe allacciate, il suo corpo senza vita venne ritrovato a Bodrum, sul bagnasciuga della località di vacanza della costa egea della Turchia. Il gommone su cui viaggiava era partito verso l'isola greca di Kos ma si ribaltò e poi colò a bicco. I soccorritori riuscirono a salvare altri migranti, ma per Alan, la mamma Rehana e il fratellino Galib di 5 anni la vita è finita quel giorno. Una tragedia che si è impressa con forza nella memoria collettiva e che Milano ha scelto di ricordare con un'opera di arte pubblica.
È stato inaugurato ieri mattina al Parco del Giambellino il murale dedicato al piccolo profugo. Il murale, che si staglia su uno sfondo blu scuro che ricorda il mare, si trova su uno dei muri, lungo sessantacinque metri, che separa il parco del Giambellino dalla chiesa di San Curato d'Ars.
L'opera ha una superficie di centotrenta metri quadri ed è stato ideato e realizzato dalla Cooperativa Farsi Prossimo, coinvolgendo anche alcuni minori stranieri non accompagnati in carico al Comune e ospiti delle strutture di accoglienza. Durante la pittura del murale è stato anche organizzato un laboratorio artistico aperto al pubblico, che ha coinvolto i residenti con l'obiettivo di realizzare un'opera condivisa.