Cronaca locale

Hub vaccinale delle Scintille e Ospedale in Fiera: due storie straordinarie

Dopo 674 giorni e 2,4 milioni di dosi anti-Covid la storica struttura chiude. Verso una nuova destinazione "aperta alla città". Presentato il libro “Dodici Respiri – l’Ospedale in Fiera Milano” di Saschia Masini, il racconto di chi è stato protagonista e ha contribuito a realizzare la struttura in soli 10 giorni

Hub vaccinale delle Scintille e Ospedale in Fiera: due storie straordinarie

Due storie straordinarie nell’epoca dell’emergenza straordinaria e drammatica del Covid-19 che si intrecciano in un unico racconto: quella del più grande hub vaccinale d’Italia allestito a Palazzo delle Scintille di Milano e quella dell’Ospedale in Fiera, dove in soli 10 giorni nei padiglioni di Fieramilanocity è stato reso operativo un modernissimo reparto di terapia intensiva con 157 posti letto in collaborazione con Fondazione Irrcc Cà Grande Ospedale Maggiore Policlinico.

L’hub delle Scintille chiude i battenti questo mercoledì 1 marzo dopo 674 giorni e 2,4 milioni di dosi di vaccino anti-Covid somministrate, un “addio” annunciato dal presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana con l'assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso, il presidente di Fondazione Fiera Milano Enrico Pazzali, il direttore generale del Policlinico di Milano Ezio Belleri e il direttore della Neurorianimazione del Policlinico di Milano Nino Stocchetti. Cerominia nella quale è stato presentato il libro “Dodici respiri – l’Ospedale in Fiera Milano” di Saschia Masini edito da Guerini e Associati che va oltre la cronaca come sottolinea l’autrice nel prologo: “Dodici al minuto sono i respiri di una persona che sta bene. Una persona che parla, ride, va al lavoro, cammina. Quanto diamo per scontato respirare, no? Eppure, tutte queste cose, per un segmento della nostra vita, per qualcuno erano diventate quasi impossibili. Te lo ricordi?”. Perché nel marzo 2020, con il profilarsi di una pandemia mondiale da Covid 19, respirare stava diventando la cosa sempre meno scontata.

Enrico Pazzali presidente di Fondazione Fiera Milano

“È stato proprio in questo momento, probabilmente uno dei più drammatici degli ultimi anni che insieme alle istituzioni abbiamo deciso di fare qualcosa che all’inizio ci era parso impossibile: si può tirare su un ospedale in dieci giorni - ricorda Enrico Pazzali, che lanciò l’idea solo sette giorni prima -. Sembrava impossibile. Eppure, è successo. Insieme a centinaia di persone e a migliaia di benefattori, è stata creata una vera e propria terapia intensiva nei padiglioni della Fiera, al Portello. Una struttura di 25.000 metri quadri di superficie, modernissima, con 157 letti che hanno accolto, e in larga parte curato, oltre 530 pazienti, la maggioranza dei quali in gravi condizioni. Tutto ciò non sarebbe stato possibile senza la proverbiale generosità dei lombardi, che anche in questa occasione hanno dimostrato di voler esserci in caso di necessità. Voglio ringraziarli tutti dal più profondo del cuore partendo da Pietro, un tredicenne milanese che ha deciso di devolvere la propria paghetta, fino all’imprenditore Leonardo Del Vecchio, che ha destinato al nostro ospedale 10.000.000 di euro”.

Saschia Masini autrice "Dodici Respiri - l’Ospedale in Fiera Milano"

E Saschia Masini nel libro racconta la vicenda con differenti occhi. "Dalle storie, dai racconti, dalle testimonianze di tutti quelli che hanno avuto un ruolo, grande o piccolo che fosse - ha detto Guido Bertolaso - nell'avventura dell'Ospedale in fiera traspare, oltre all'orgoglio di esserci stati, lo stupore e l'incredulità nell'affrontare una sfida che sembrava impossibile. Questo è il fascino e il miracolo dell'emergenza: affrontare ostacoli e tempistiche mostruose magari quasi a mani nude e riuscire a farcela. Ti rimane nel Dna e ogni altro gesto o momento della tua vita poi ti appare banale, quasi noioso". E quindi quello che Bertolaso ha definito "il messaggio più importante e segreto di questa avventura", vale a dire "agisci ogni giorno, nel tuo quotidiano con la stessa passione e tenacia con la quale hai lavorato per quel piccolo grande miracolo, porta sempre con te quegli occhi febbrili, quel sudore pieno di stanchezza, quelle notti dai silenzi rotti solo dal martellare delle macchine, quelle strade deserte piene di angoscia e dolore che aspettavano parole e azioni piene di speranza. Conserva nel tuo cuore e imita quegli operai, quei tecnici, quegli ingegneri, quei medici e infermieri, quegli amministrativi, quei volontari del Cisom, dell'Ana e delle altre associazioni e fai quindi in modo che ogni giorno sia un piccolo passo avanti, un tassello ulteriore nella costruzione di una vita piena di significati e cose utili per tutti. Allora l'ospedale in fiera potrà davvero rimanere un esempio di un metodo vero, serio efficace, una piccola pagina di storia quotidiana della nostra grande patria".

Ospedale Fiera Milano

"È stata una esperienza professionale unica per tutti noi - spiega Ezio Belleri -. Una rivoluzione nella gestione dell'organizzazione sanitaria perché dietro un singolo posto letto e un singolo paziente hanno lavorato decine di collaboratori, che non smetterò mai di ringraziare, di funzioni e di protocolli. in Fiera di letti ne abbiamo avuti 157 e nel frattempo abbiamo continuato a gestire i 900 letti nel nostro ospedale. Anche in Fiera riuscivamo a fare tac e radiografie esami del sangue, consulti specialisti, senza la necessità di spostare i pazienti. Per noi era a tutti gli effetti un padiglione del nostro Policlinico”.
“Bisogna pensare che, prima di Covid -19, a un grande ospedale come il nostro bastavano 17 letti di terapia Intensiva - aggiunge - invece, durante le due ondate siamo arrivati a ricoverare contemporaneamente 110 pazienti in terapia Intensiva e altri 220 in terapia sub-intensiva: un terzo dell'intero ospedale era occupato da persone in condizioni gravissime. Sono stati momenti difficili ma non ci siamo mai sentiti soli: sanitari, professionisti, istituzioni e società civile ci hanno messo in condizioni di lavorare al nostro meglio”.

Per Attilio Fontana, "Palazzo delle Scintille e l'ospedale a Fiera Milano rappresentano l'anima della nostra gente e la capacità di reazione che abbiamo avuto di fronte dell'emergenza Covid, rappresentano l'anima e la capacità di reazione della nostra gente. Sono la dimostrazione plastica della capacità dei lombardi di affrontare qualunque prova. Oltre 800 persone hanno lavorato, come volontari, impegnando tutte le proprie forze giorno e notte, lavorando h24 consentendo in questo modo di ridurre i tempi per la realizzazione. È stata un'idea miracolosa che ha dato la forza di avere una reazione aldilà della grandissima utilità che ha avuto visto che, con la seconda ondata, sono stati 530 i pazienti curati".

Hub Palazzo Scintille Milano

Palazzo delle Scintille diventerà uno spazio aperto alla città ha annunciato Roberto Russo, direttore delle opere pubbliche-residenziali di Generali, il gruppo proprietario della storica struttura: ”Anche in questi due anni in cui era un centro vaccinale abbiamo elaborato, con i nostri progettisti, diversi scenari. Stiamo lavorando per uno spazio aperto alla collettività destinato a eventi, attività sportive e museali. Uno spazio inclusivo, una porta tra la città storica, piazza VI Febbraio e il nuovo quartiere di City Life. Stiamo lanciando la gara per una prima parte di lavoro di ristrutturazione e la fine del cantiere è prevista per fine 2025 con un investimento molto importante, circa 30 milioni di euro".

Tornando all'attività che ospiterà in futuro Palazzo delle Scintille, Russo ha ipotizzato un museo o mostre temporanee: "Ci stiamo lavorando con player nazionali e esteri per verificare insieme a loro qual è il miglior format di livello internazionale".

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