Cronaca locale

"I soldi o ti uccido". Il racket al Colosseo

Ai domiciliari due fratelli accusati di tentata estorsione e lesioni in concorso. La questione degli abusivi all’esterno del Colosseo

"I soldi o ti uccido". Il racket al Colosseo

L’illegalità che prospera all’esterno del Colosseo, uno dei monumenti più importanti e conosciuti di Roma, è un triste fenomeno che sembra difficile da estirpare. Nel corso del tempo le varie giunte che si sono succedute hanno provato a porre un argine con ordinanze e divieti. Basti pensare che nel 2002, durante l'amministrazione Veltroni, si ipotizzò di creare un albo apposito. Proposta simile fu lanciata dalla giunta Alemanno, che firmò anche un'ordinanza per tenere i gladiatori lontani dal monumento.

Ogni tentativo si è rivelato quasi inutile. A riprova di ciò vi è l’arresto, avvenuto nelle ultime ore, di due "saltafila", risultati con precedenti penali. A finire nei guai sono stati due fratelli di 38 e 22 anni gravemente indiziati dei reati di tentata estorsione e lesioni in concorso. Soggetti che già in passato avevano fatto parlare di sé in quanto, nella veste di centurioni, si erano scagliati contro i vigili che li avevano multati.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, i due avvicinavano le guide turistiche regolari che operano nel Parco archeologico fingendosi intermediari e procacciatori e le minacciavano. Senza fare troppi giri di parole, spiega il Messaggero, i due fratelli "spiegavano" alle loro prede che se volevano continuare a lavorare dovevano pagare una percentuale per ogni persona che visitava il celebre anfiteatro.

E per mettere le cose in chiaro non esitavano ad agire in modo brutale. "I soldi che fai li devi dare a me", avrebbero detto i due arrestati, come riporta ancora il quotidiano, a una delle vittime prima di iniziarla a colpire con un pugno in faccia e calci. Un’azione violenta che si sarebbe consumata in pieno giorno davanti a numerose persone. Non solo. Perché, per evidenziare la propria posizione, sarebbero arrivati anche alle minacce di morte: "Non puoi stare qui, questo è il posto mio, vattene altrimenti ammazzo te, tua figlia. Se hai un marito meno pure lui". E come se non bastasse: "Ti vengo ad ammazzare sotto casa".

Per il momento le vittime accertate sono due guide turistiche regolari e altre due abusive. La prima denuncia risale allo scorso 23 agosto. Quel giorno, infatti, un intermediario turistico abusivo era andato al commissariato Celio raccontando di essere stato aggredito. Per di più il pestaggio era stato ripreso con il cellulare.

Nel corso delle indagini, coordinate dalla pm Silvia Santucci, è emersa la difficile realtà che circonda il Colosseo. Come ha sottolineato il gip, all’esterno del monumento operano in modo abusivo numerosi soggetti che compiono il lavoro di "intermediazione turistica" e di "saltafila". Il modo di agire sarebbe sempre lo stesso: gli irregolari si avvicinano ai turisti e li accompagnano dai complici a comprare i biglietti.

Ed è in questo ambiente che avrebbero agito, secondo l’accusa, i due fratelli poco inclini a preoccuparsi delle conseguenze della loro condotta. A testimonianza di ciò vi sarebbe un episodio accaduto in passato che riguarda uno dei fratelli. Quest’ultimo, invitato dagli agenti a mostrare un documento, si sarebbe vantato di non avere mai avuto conseguenze. "Non mi potete fare un c... -la sanzione è amministrativa, ce n'ho un milione, ma tanto non le pago... non mi hanno fatto un c... quando ho spaccato la spada nella testa di un vigile, che mi fate voi?", avrebbe detto il giovane mentre faceva a pezzi una copia del verbale. Ai due fratelli è stata notificata un'ordinanza di applicazione degli arresti domiciliari.

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