
E dopo le ore del dolore e dell’abbraccio alle famiglie delle vittime, arriva il momento di capire. In attesa che vengano concluse le perizie, cerchiamo di farci un’idea di quello che può essere successo assieme a Gianpaolo Rosati, docente di Tecnica delle costruzioni del Politecnico di Milano.Rosati, i responsabili della funivia dicono che i controlli e la manutenzione erano regolari.
Cosa è andato storto?
«Non possiamo escludere nulla. Può anche darsi che il freno abbia funzionato ma magari è scattato senza agganciare il cavo portante. Per capirlo basta fare una verifica sul carrello. E poi bisogna capire se per caso la fune si è infilata sotto le ruote del carrello o come è stata tranciata».
Come si fa a capirlo?
«Vanno analizzate le varie parti della struttura: stazioni a valle e a monte, piloni, funi e il punto in cui la fune si è rotta.
Abbiamo sistemi di tomografia molto efficaci che possono analizzare a fondo i materiali».
Seppur sotto manutenzione, l’impianto era piuttosto vecchio.
«Sì, come quello del Mottarone. Stessi anni, stessa concezione. Tante volte si pensa che per risolvere il problema dell’obsolescenza basti sostituire qualche pezzo. In realtà va considerata anche l’obsolescenza dei progetti, che si elimina solo rifacendo tutto da zero. Purtroppo però costa molto».
Un nuovo progetto sarebbe molto diverso?
«Ora non si costruirebbe mai una funivia con un solo portante e il cavo non verrebbe più ’morsettato’. Due porForse il freno è scattato senza agganciare il cavo o la fune si è infilata sotto il carrello ed è stata tranciata tanti permettono di dare più stabilità alla cabina anche in condizioni di forte vento, come accade negli impianti più moderni costruiti in montagna».
Ecco, parliamo della componente vento. Può essere stata quella la causa dell’incidente?
«Negli impianti, quando gli anemometri sui piloni misurano troppo vento oltre le soglie di guardia, non si ferma tutto in automatico ma arriva un segnale alla centrale e gli addetti fanno scattare lo stop. Prima di trarre conclusioni, bisogna capire la portata del vento».
Rimodernizzare gli impianti vetusti porterebbe più sicurezza ma anche costi insostenibili?
«Bisogna avere il coraggio di
cambiare ottica. Le strutture come gli impianti di risalita non vanno in alcun modo considerate un business. Bisogna investire in sicurezza anche se alla fine dell’anno i margini di guadagno si annullano o restano molto bassi».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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