Bologna, il Pd legalizza l'occupazione dell'immobile. "L'alternativa era pagare gli hotel"

A Bologna, un accordo fra il Comune e Acer promette di trasformare un immobile occupato da ormai un anno da un collettivo locale in una casa popolare con nuovi posti da assegnare tramite bando. E il centrodestra non ha risparmiato critiche alla giunta Pd, accusandola di aver legittimato un'occupazione abusiva

Il condominio occupato
Il condominio occupato
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L'occupazione abusiva di un immobile, avvenuta nell'ottobre del 2023 e "legalizzata" dal Comune di Bologna tramite una convenzione con Acer per un progetto di "autorecupero", rappresenterebbe una soluzione capace di consentire all'ente di risparmiare risorse pubbliche che sarebbero altrimenti state spese per trovare agli occupanti alloggi alternativi anche in albergo. Questa, stando a quanto riporta il sito web BolognaToday, la spiegazione non priva di tratti surreali fornita dall'amministrazione Pd a proposito dell'iniziativa che ha di fatto "legalizzato" l'occupazione dello stabile di via de' Carracci a seguito dell'accordo fra il Comune e la proprietà (ossia Acer). Stando a quanto riportato dalla stampa locale, si tratta di un accordo trentennale con cui l'edificio occupato a quanto sembra da quasi un anno dal collettivo Plat (che adesso ospiterebbe anche nuclei familiari, perlopiù stranieri) viene di fatto trasformato in una casa per persone in difficoltà: gli occupanti avrebbero a questo punto la possibilità di rimanervi, mentre i posti ancora vuoti dovrebbero essere assegnati tramite bando. Una prospettiva che il centrodestra ha duramente contestato, parlando di "modello Salis".

"Passerebbe il messaggio che l’ha avuta vinta chi ha occupato, alla faccia di chi aspetta il suo turno e rispetta le regole - l'attacco di Matteo Di Benedetto, consigliere comunale della Lega, riportato nei giorni scorsi dai media emiliani. "Che messaggio mandiamo? Che per avere una casa bisogna occupare. È il modello Salis. Pessimo messaggio per tutti i bolognesi che rispettano le leggi”. Una visione condivisa da Fratelli d'Italia. "Mentre ci sono quasi 6mila famiglie in lista di attesa per un alloggio Acer, è inaccettabile e vergognoso che la giunta Lepore decida di bloccare lo sgombero dell’immobile occupato abusivamente in via Carracci dal collettivo Plat e di lasciare dentro i nuclei presenti - il pensiero degli esponenti di FdI Francesca Scarano, Stefano Cavedagna, Fabio Brinati, Felice Caracciolo, Francesco Sassone e Manuela Zuntini - qui si tratta come sempre di assecondare e regolarizzare chi con la violenza e, al di fuori delle regole, ha occupato abusivamente un palazzo che andava ristrutturato e messo a disposizione di chi attende da anni un alloggio. Questo progetto è uno schiaffo in faccia alla legalità".

E proprio nelle scorse ore, in consiglio comunale, il vice-sindaco Pd Emily Clancy ha fatto il punto della situazione, rivendicando l'azione portata avanti con un discorso apparso non privo di punti surreali. “Ad oggi tutte le nostre soluzioni di transizione abitativa sono piene e dobbiamo ricorrere anche agli alberghi per trovare una collocazione ai nuclei in emergenza - ha sostenuto nel suo intervento riportato da BolognaToday - ci si dovrebbe rallegrare che il Comune abbia scelto un'altra strada.

A meno di considerare il puro aspetto punitivo e repressivo, che a qualcuno potrà anche piacere, ma avrebbe lasciato tutti i costi e i problemi sociali, anzi li avrebbe aumentati, a carico dell'amministrazione e dunque della collettività”.

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