Cronaca locale

L'impiegata della Roma licenziata per il video hot: "Umiliata. Farò i nomi"

La giovane donna è stata lincenziata dopo che un video privato era stato diffuso tra calciatori e staff del club giallorosso. Ieri è stata sentita dal procuratore federale della Figc per fornire la sua versione

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"La mia vita è stata stravolta". A parlare è l'impiegata della Roma licenziata lo scorso novembre a seguito alla diffussione di un video privato che la ritraeva in atteggiamenti intimi col suo fidanzato tra calciatori (quelli delle giovanili) e staff della società giallorossa. Sul caso è intervenuta la Procura Federale della Figc, a cui ora spetta il compito di ricostruire la dinamica dei fatti ed eventualmente stabilire se vi siano responsabilità oggettive da parte del club. Ma non è escluso che, a conclusione delle indagini, gli atti possano essere trasmessi alla giustizia ordinaria. In tal caso, posto che vi siano gli estremi per avviare un procedimento penale, potrebbero prefigurarsi veri e propri reati, come il revenge porn.

Il racconto della ragazza

Ieri mattina la giovane è stata sentita dal procuratore federale della Figc Giuseppe Chinè per fornire la sua testimonianza. Stando a quanto riporta Il Messaggero, la 30enne avrebbe assicurato di essere "pronta a fare i nomi" delle persone coinvolte nella vicenda. "Quel video? Un'umiliazione continua, patita per mesi e ora dopo la bomba mediatica soffro ancora di più, perché sono diventata bersaglio di tutta Italia", ha riferito poi la stessa ai cronisti uscendo dagli uffici di via Campania. Al colloquio, durato circa due ore, era presente anche il suo fidanzato. Entrambi hanno lasciato il palazzo dicendosi "sereni".

Il video hot e la lettera di licenziamento

Nelle motivazioni della lettera di licenziamento si parla "incompatibilità ambientale". Nel testo si fa riferimento anche al video incriminato che, a quanto risulta, avrebbe rappresentato il punto di ritorno per il prosieguo dei rapporti lavorativi tra la giovane e la società calcistica. A diffondere quella clip sarebbe stato un giovane calciatore delle giovanili, che poi avrebbe confessato e ammesso l'errore nel corso di una riunione a Trigoria, dove si allenano gli atleti. Ma solo a settembre, quando è stata convocata dai dirigenti, la ragazza sarebbe venuta a conoscenza dei fatti. Quanto al presunto responsabile, nei suoi confronti non sarebbe stato preso alcun tipo provvedimento disciplinare.

"Avevo gli occhi addosso"

Al procuratore federale la 30enne ha raccontato di quanto sia stato difficile continuare a lavorare sentendosi "gli occhi addosso". La situazione è poi peggiorata quando la vicenda è diventata di dominio pubblico. Sia lei che il fidanzato credevano che, una volta esploso il caso, i dirigenti avrebbero stigmatizzato ogni atteggiamento sessista "e invece ci hanno messo alla porta". Anche il compagno, infatti, è stato licenziato dalla società.

Ora l'ultima parola spetta alla giustizia sportiva, che avrebbe già messo sotto la lente di ingrandimento l'intero staff del club giallorosso.

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