
Allarme nel pomeriggio di ieri al carcere minorile Beccaria di Milano: un detenuto di 17 anni è infatti riuscito ad evadere, facendo perdere le proprie tracce. Al momento le forze dell'ordine sono impegnate nelle ricerche.
Stando a quanto riferito da Aldo Di Giacomo, segretario del Sindacato di polizia penitenziaria, si tratta di un minorenne di origini marocchine, finito dietro le sbarre con l'accusa di rapina a mano armata. Nel corso del pomeriggio di ieri, domenica 27 luglio, il giovane sarebbe riuscito a scavalcare le inferriate del penitenziario e ad allontanarsi. L'ennesimo episodio che porta ancora una volta a riflettere sulle condizioni in cui si trovano le carceri italiani e sulla necessità di prendere presto dei provvedimenti.
"Le evasioni e i tentativi di evasione sono aumentati del 300 per cento in pochi mesi a riprova che il problema della sorveglianza e quindi degli organici del personale penitenziario è la priorità delle priorità, perché come per il Beccaria in tutti gli istituti si approfitta della carenza di agenti, in troppi casi in 4 a sorvegliare 60-70 detenuti", ha spiegato Di Giacomo."L'unico a non esserne consapevole è il sottosegretario Delmastro che continua a lanciare messaggi di ottimismo e a ripetere che è tutto sotto controllo. Le cronache di questi giorni ci riferiscono che sono già quattro le evasioni e i tentativi in una settimana. Quanto al Beccaria siamo in presenza di un istituto molto difficile in particolare per età e provenienza dei giovani detenuti", ha aggiunto.
Il carcere Beccaria, ha dichiarato Di Giacomo, è un istituto molto particolare, e assai difficile da gestire. Manca un sistema ragionato. A detta del segretario del Sappe, attualmente il sistema carcerario minorile serve a ben poco. Si tratta perlopiù di "una sorta di scuola per delinquere con il 90% di chi entra si avvia verso una 'carriera criminale' passando come stadio successivo immediato al carcere normale". Ne consegue che la maggior parte dei ragazzi (circa il 70%) rimane nel penitenziario poco più di 100 giorni. "Nel corso del 2023, il 79,3% degli ingressi in carcere si è avuto per custodia cautelare. Ben oltre la metà degli ingressi rimanenti (140 su 237) è avvenuta per esecuzione pena dalla libertà.
Per noi le misure da mettere in campo sono decisamente più complesse dando priorità alle assunzioni di nuovo personale penitenziario per garantire il rispetto del regolamento carcerario 'calpestato' dalle continue aggressioni e violenze agli agenti e di assistenza psicologia e sanitaria e se realmente si vuole mettere fine ai suicidi di detenuti, già 44 dall'inizio dell'anno", ha concluso.