Cronaca locale

"Salviamo l'oro rosso di Napoli". L'appello per le botteghe dei corallari

Gennaro Capodanno, presidente del "Comitato Valori collinari", ha lanciato una petizione per scongiurare la chiusura dei "corallari" di piazzale di San Martino. Ma questa è solo la prima di una serie di iniziative

Wikipedia
Wikipedia

Un’attività che rischia di sparire privando Napoli di un pezzo di storia e di una attrattiva turistica. Una tradizione secolare che potrebbe essere relegata solo al campo dei ricordi. I "corallari" di piazzale San Martino al Vomero rischiano di chiudere. Questo pericolo, come ha raccontato il professore Gennaro Capodanno (presidente del “Comitato Valori collinari” e già presidente della Circoscrizione Vomero), è reale. Lo stesso Capodanno, da sempre impegnato nella salvaguardia delle storiche botteghe artigianali, è sceso in campo per evitare che i "corallari" scompaiano da Napoli. Scomparsa che potrebbe essere provocata, come spiega lui stesso parlando con ilGiornale.it, dalla scadenza dei contratti di locazione.

Il professore non ha perso tempo tanto che ha deciso di lanciare una petizione per evitare che le storiche attività commerciali, che risalgono agli inizi del 1930, chiudano per sempre i battenti. L’iniziativa, però, è solo la prima di una lunga serie. Perché Capodanno ha promesso di portare il caso all’attenzione del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano.

Cosa significa per Napoli l’attività dei corallari?

"La lavorazione artigianale del corallo, un'arte che si tramanda da secoli nel territorio posto tra le città di Napoli e Torre del Greco ma che ha origine dell'antica Grecia, rappresenta una delle più importanti e nobili tradizioni della cultura partenopea. Le pesca massiva e fiorente del corallo risale all’inizio del 1400. Essa veniva effettuata con imbarcazioni, piccole e veloci, chiamate "coralline", munite esclusivamente di vele e di reti di canapa che andavano alla ricerca del corallo. La prima bottega per la lavorazione del corallo risale al 1805, quando l’artigiano e incisore francese Bartolomeo Martin arrivò a Torre del Greco. Nel 1879 venne anche fondata la scuola "di incisione del corallo e di arti decorative ed affini" famosa in tutta Europa, per la formazione dei maestri corallari. Attualmente ci sono diversi musei per l'arte del corallo tra i quali quello di Torre del Greco e quello di Napoli appunto, che richiamano numerosi turisti".

Perché il cuore di questa attività è situata al Vomero?

"Le prime botteghe artigianali per la lavorazione e la vendita del corallo arrivano al Vomero agli inizi degli anni '30 del secolo scorso, quando il quartiere Vomero, dopo lo sviluppo determinato dagli interventi edilizi della Banca Tiberina e la realizzazione di tre impianti funicolari, si trasforma da quartiere agricolo a quartiere commerciale. Al fine di rilanciare una delle più interessanti aree turistiche della città, quella della zona di San Martino, dove ricadono oltre al Museo e alla Certosa anche Castel Sant'Elmo, e da dove si può ammirare uno dei panorami più belli della città, nei locali terranei che si aprivano sulla facciata esterna dell'antico complesso religioso, furono aperte diverse di queste attività che, all'apice, arrivarono a ben otto botteghe artigianali richiamando moltissimi turisti da ogni parte del mondo".

Botteghe corallo Napoli

È conosciuta in tutto il mondo...

"Certamente. Sebbene la lavorazione del corallo si sia sviluppata principalmente tra i Paesi che affacciano sul mar Mediterraneo, poi attraverso il turismo si è fatta conoscere in ogni Continente. Per comprendere quanto e come si sia diffusa quest'arte basti citare un'interessante mostra che si tenne anni fa a Torre del Greco, con l'esposizione delle lavorazioni dei coralli dei nativi americani. Questi ultimi sarebbero venuti a conoscenza dell'arte del corallo attraverso i conquistadores spagnoli che, insieme ad altri oggetti religiosi, avrebbero portato nel Continente nuovo, nel XVII secolo, anche alcuni rosari i cui grani erano realizzati con coralli".

Personaggi famosi che hanno visitato l’area?

"Tanti gli uomini dello spettacolo e dello sport del passato che hanno visitato l'area di San Martino. Si ricordano tra gli altri Primo Carnera e Beniamino Gigli. Tra i politici italiani il presidente Ciampi. Mentre, tra gli stranieri, memorabili restano le visite della Regina d’Inghilterra, di Hillary Clinton e di Beatrice d’Olanda".

Quante botteghe artigianali di coralli sono rimaste?

Delle otto botteghe del corallo presenti nel passato, attualmente ne sono rimaste sono tre: quelle delle ditte Coppola, Corcione e Mandile. Le ultime due ditte scomparse, una decina d'anni addietro, furono costrette ad andar via per l'inagibilità dei locali. Un'inagibilità che, a distanza di tanto tempo, permane con il conseguente puntellamento del muro della facciata del fabbricato dove si trovavano gli accessi ai locali, che fa storcere il naso a non pochi turisti. Puntellamento che, nonostante le numerose proteste e petizioni, non è stato ancora rimosso.

Perché c’è il rischio che questa attività sparisca?

"Dalle notizie attinte dal titolare di una delle tre ditte rimaste emerge che il contratto di locazione, stipulato agli inizi del 2009, dopo l'ordinario decorso contrattuale di dodici anni, è scaduto il 31 dicembre 2020. Molto prima di quest'ultima data, nel corso dell'anno precedente, la direzione generale risorse strumentali della Regione Campania, del cui demanio fanno parte gli immobili in questione, aveva inoltrato normale disdetta per finita locazione alla scadenza contrattuale, fissata appunto alla fine del 2020. Dalla suddetta scadenza, benché siano decorsi oltre due anni, il contratto non è stato ancora rinnovato, mentre viene mensilmente versato quello che si configura non più come canone di locazione ma come indennità d'occupazione".

È una questione legata ai contratti di locazione?

"Certamente. La questione nasce dalle nuove disposizioni, intervenute nel frattempo e contenute nel disciplinare sulla gestione e alienazione del patrimonio immobiliare di proprietà regionale, approvato con la delibera della Giunta regionale della Campania, n. 133 del 13/02/2018. In base alle norme contenute nel suddetto disciplinare per la locazione degli immobili commerciali di proprietà della Regione Campania occorre pubblicare un bando con il quale s'indice una vera e propria gara i cui partecipanti devono far pervenire, con le modalità indicate nel bando e in busta chiusa, l'istanza di partecipazione con i documenti indicati oltre all'offerta economica. Una tale modalità di locazione evidentemente non garantisce né che gli attuali occupanti possano essere destinatari del nuovo contratto né che l'attività che si andrà a instaurare sia quella artigianale legata alla lavorazione e alla vendita del corallo".

Secondo lei quali interventi bisognerebbe compiere per salvare questa attività?

"Di recente il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, in occasione della visita effettuata in mia compagnia in villa Floridiana, sempre al Vomero, ha annunciata la creazione del polo autonomo "Musei Nazionali del Vomero" che comprenderà oltre alla villa Floridiana anche Castel Sant'Elmo e San Martino, polo che sarà dotato di un proprio direttore oltre che di personale e dotato di appositi fondi. Il nuovo Ente potrà interfacciarsi con la Regione Campania, sottoscrivendo un contratto di comodato d'uso gratuito per tutti i locali destinati ad attività commerciali presenti sul largo San Martino, compresivi quindi anche dei locali attualmente non utilizzati che dovranno essere oggetto delle necessarie opere manutentive per la messa in sicurezza e per il ripristino, eliminando anche il puntellamento attualmente esistente. Successivamente potranno essere redatti i nuovi contratti di locazione non più sottoposti al disciplinare regionale".

Quante sono le persone che lavorano in questo settore?

"Difficile quantificare il numero di persone che operano nel settore, anche attraverso l'indotto. Sicuramente sono molte ma ancora di più sono le potenzialità lavorative del settore, attualmente sottovalutate. Certamente nel periodo della pandemia il comparto ha ricevuto un colpo ferale, analogamente a quanto accaduto nell'ambito di tutti quei generi commerciali definitivi voluttuari. Eppure da un’indagine condotta da Espresso Communication per Italian Cameo, presentata e pubblicata nel corso del 2022 sulle principali testate di settore, emerge che quello dei lavoratori del corallo è tra i mestieri più ambiti. A Torre del Greco, negli ultimi anni, sono proprio i giovani che stanno riscoprendo quest'antica arte secolare i cui segreti si trasmettono nelle famiglie di generazioni in generazione. Al riguardo occorrerebbe potenziare la presenza della scuola e della formazione professionale con appositi corsi".

L’attività rappresenta anche un’attrattiva turistica?

"Sicuramente. La lavorazione del corallo è un'arte molto ricercata dai turisti. Naturalmente parliamo di un turismo di qualità. Non è infatti un caso che le botteghe del settore, nel tempo, si sono aperte in quasi tutte le principali e più importanti località turistiche, non solo in Campania ma anche in Sicilia, da Sciacca a Trapani e in Sardegna, da Alghero a Porto Cervo, solo per esemplificare".

È pronto a compiere altre iniziative?

"Sicuramente non mi fermerò. La petizione lanciata in questi giorni è solo un primo passo. È da quando ero presidente della Circoscrizione Vomero, negli anni '80 del secolo scorso, quindi da oltre 40 anni, che combatto battaglie a favore delle attività degli artigiani del corallo presenti a San Martino. Negli anni '90, sempre grazie all'intervento ministeriale, riuscimmo già a evitare che gli artigiani in questione venissero sfrattati per destinare i locali a uffici. A breve, insieme ad altre associazioni, organizzeremo anche un flash mob per sensibilizzare i cittadini. Inoltre lancerò un appello, oltre che ai responsabili a livello nazionale e locale del turismo e della cultura, anche alla società civile, a partire dagli intellettuali, con un vero e proprio cartello, affinché ci si impegni fattivamente non solo per la permanenza delle antiche botteghe del corallo ma anche per un progetto complessivo, teso al rilancio, sul piano nazionale ed internazionale, dello splendido sito di San Martino".

Cosa si attende dal ministero?

"Aspettiamo anche i prossimi passi del ministero della Cultura che, ci auguriamo, arrivino a breve pure per valutare la possibilità che i locali nei quali ancora si svolgono le suddette storiche attività, dove è presente ancora l'arredo originario, quali attività storiche, possano essere vincolate alla loro attuale destinazione d'uso".

Commenti