Cronaca locale

L'affronto dello straniero in faccia all'agente: ecco cos'ha cantato

Un pregiudicato straniero nei guai per oltraggio a pubblico ufficiale. Finito in tribunale, ha poi chiuso la questione risarcendo il poliziotto e il Viminale

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L'affronto dello straniero in faccia all'agente: ecco cos'ha cantato

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Stava canticchiando a voce alta il ritornello di una canzone rap, mentre passeggiava nel centro storico di Rimini. Si trattava nel dettaglio di un brano musicale di un noto rapper, a quanto sembra particolarmente offensivo nei confronti delle forze dell'ordine. Proprio in quel momento però, si è trovato davanti un poliziotto. E si è quindi beccato una denuncia per oltraggio a pubblico ufficiale, prima di chiudere la storia nelle scorse ore risarcendo le parti offese. Protagonista della curiosa vicenda che arriva dalla Romagna è un uomo di 34 anni originario dell'Albania, finito sul banco degli imputati ad un triennio di distanza dai fatti. Per un episodio che risale al 2020, stando almeno a quanto riportato dalla stampa locale. Lo straniero (a quanto sembra vecchia conoscenza delle forze dell'ordine, con precedenti alle spalle) stava recandosi in questura per adempiere all'obbligo di firma e durante il tragitto avrebbe canticchiato un pezzo musicale contro la polizia.

Il "fuck la police" contenuto nel testo nel brano (da lui pronunciato per un paio di volte) sarebbe stato udito da numerosi passanti, fra i quali un agente che per puro caso passava di lì in quel momento. Anzi, secondo l'accusa, lo straniero avrebbe intonato la canzone ad alta voce solo dopo aver notato il poliziotto. Interrogato sul motivo del suo gesto, l'uomo si è difeso sostenendo di seguire semplicemente il ritornello. E secondo Il Resto del Carlino, avrebbe subito invitato il poliziotto ad andarsene, dicendosi libero di cantare quel che voleva. Un gesto che deve essere apparso alla stregua di una provocazione, agli occhi dell'agente: quest'ultimo aveva tentato di far notare all'interlocutore che una frase del genere, ripetuta più volte a voce alta in un luogo particolarmente affollato, poteva secondo la legge configurarsi come oltraggio a pubblico ufficiale.

Per tutta risposta, avrebbe però ricevuto un invito a farsi i fatti propri, seguito da parole tutt'altro che amichevoli (ancora una volta contro la polizia). Una volta rientrato in questura, l'operatore aveva perciò stilato una relazione di servizio sull'accaduto. A carico dello straniero venne quindi aperto un fascicolo, con la procura di Rimini che decise poi di emettere un decreto di citazione a giudizio. E il trentaquattrenne è quindi stato processato, con il suo avvocato che ha esternato durante il dibattimento l'intenzione di avvalersi della possibilità di indennizzare le parti offese. L'imputato ha quindi provveduto a risarcire con 150 euro il ministero dell'Interno, versando la medesima somma (sempre a titolo di risarcimento) anche all'agente offeso.

E alla luce di tutto ciò, il giudice ha dichiarato l'estinzione del reato.

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