“È stata una rappresaglia”. Gli studenti del liceo linguistico Capponi di Firenze non hanno dubbi. In questo istituto, infatti, il 21 febbraio, dopo gli scontri al Michelangiolo, durante un flashmob organizzato dai collettivi studenteschi di sinistra, è stato bloccato l'ingresso a un esponente di Azione studentesca.
Il ragazzo minorenne, sotto indagine per la rissa del 18 febbraio al Michelangiolo, è riuscito ad entrare solo perché era presente la madre. L’episodio è stato raccontato sui social proprio dagli organizzatori del flashmob. “La scuola è tutta antifascista!”, si legge nel profilo Instagram dei collettivi che descrivono il ragazzo come “principale picchiatore del video diffuso in rete”. Per questo motivo, “la vita al Capponi per un fascista non sarà mai semplice!”, scrivono i manifestanti di sinistra che hanno cercato di impedire l’ingresso del ragazzo nell’istituto “ponendo i corpi come resistenza e senza abbassarci alla violenza machista abbiamo tenuto la scuola tutto il giorno sotto le canzoni della tradizione partigiana”. E infine: “Nelle nostre scuole non ci sarà mai posto per fascismo e violenza ma solo per aggregazione, gioco e comunità”.
Gli studenti del Capponi raccontano a ilGiornale.it che un altro ragazzo, sempre militante di Azione Studentesca, ha dovuto cambiare scuola perché scrivevano il suo nome nei bagni accanto alla falce e al martello e la scritta “occhio”. Anche sua sorella sembra che stia subendo pressioni, prese in giro e fischi molto brutti e fastidiosi. Tutte intimidazioni che descrivono un clima non certamente sereno e, anzi, di giustizia sommaria rispetto a fatti che sono tutti ancora da chiarire. Secondo quanto ricostruito dal Giornale.
it alcuni giorni fa, al Michelangiolo a scatenare la rissa fu l'arrivo di alcuni ragazzi di sinistra che, dopo un diverbio, cominciarono a strappare i volantini che i ragazzi di destra stavano distribuendo davanti alla scuola. Il video diffuso in rete sul presunto raid dei ragazzi di destra, quindi, mostrerebbe solo una parte dell'intera vicenda. Non si tratterebbe, dunque, di "agguato squadrista", ma di una rissa nata per motivi politici.
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