
Aveva ideato uno stratagemma perfetto per eludere i controlli del metal detector posto all'uscita della fonderia presso cui lavorava per poi rivendere l'oro sottratto e mettere da parte un bel gruzzoletto: colto in flagranza mentre tentava di piazzare il provento del suo ultimo furto, il responsabile, un uomo di 38 anni, risulta ora indagato in stato di libertà.
Stando ai dati raccolti dagli inquirenti, in circa 12 mesi il protagonista della vicenda ha rubato oltre 2 chilogrammi di oro dall'azienda presso la quale lavorava fino allo scorso mese di gennaio. L'ingegnoso metodo utilizzato per impossessarsi delle lamine del prezioso metallo prevedeva l'occultamento delle stesse nella sua folta capigliatura: i dreadlock, che il 38enne porta molto lunghi, erano il nascondiglio perfetto per occultare il cospicuo bottino alla vista dei colleghi.
Non solo. Piazzare a un'altezza del genere l'oro significava al contempo rendere impossibile la rilevazione al metal detector utilizzato all'ingresso della fonderia, dal momento che l'apparecchio non veniva passato anche sulla testa dei dipendenti. Le lamine venivano poi rivendute presso i compro-oro. E proprio all'interno di uno di questi negozi sarebbe avvenuta la scoperta da parte degli agenti del commissariato Rho-Pero.
Secondo quanto riferito dalle autorità, i poliziotti erano impegnati in un'attività di controllo di routine proprio all'interno di un compro-oro della zona. Qui avrebbero trovato l'ex dipendente fedifrago, che sarebbe apparso fin da subito particolarmente nervoso. Il 38enne, residente in un'altra provincia lombarda, avrebbe ceduto subito, consegnando agli uomini in divisa una lamina di oro grezzo da 24 carati del peso di circa 250 grammi e del valore di oltre 23mila euro.
L'uomo ha confessato di averla rubata all'interno della fonderia presso cui aveva lavorato fino a gennaio 2025. Le perquisizioni effettuate in casa del responsabile hanno portato alla scoperta di ulteriori pezzi di oro grezzo, anche in questo caso proventi dei suoi furti in azienda: secondo una stima effettuata dagli inquirenti, in 12 mesi l'ex operaio avrebbe messo le mani su quasi 2 chilogrammi di oro, per un guadagno di circa 150mila euro.
Una volta messi al corrente
dell'ingegnoso metodo ideato dal 38enne per sottrarre le lamine del prezioso metallo senza essere tuttavia mai scoperto, gli agenti del commissariato di Rho-Pero lo hanno rimesso in libertà, accusandolo del reato di furto continuato.