Interni

La Sapienza nel mirino degli eco-vandali: occupata l'università

La mobilitazione, annunciata da qualche giorno, è scattata nella serata di ieri: i rimostranti hanno bloccato l'attività della facoltà di Geologia

La Sapienza nel mirino degli eco-vandali: occupata l'università

Ascolta ora: "La Sapienza nel mirino degli eco-vandali: occupata l'università"

La Sapienza nel mirino degli eco-vandali: occupata l'università

00:00 / 00:00
100 %

L'università La Sapienza di Roma finisce nel mirino di Ultima Generazione: dalla serata di ieri una cinquantina di persone ha infatti occupato la facoltà di Geologia, aderendo, come annunciato, alla mobilitazione internazionale EndFossilOccupy. I rimostranti sono entrati in azione dopo la conclusione del convegno "Metodi di Lotta alla crisi climatica", che si è svolto nel pomeriggio di ieri presso l'aula Majorana del Dipartimento di Fisica. Stando a quanto dichiarato dal comitato, la protesta sarebbe stata programmata a seguito dell'alluvione che ha colpito l'Emilia Romagna.

Le motivazioni

"Anche le Università italiane aderiscono alla mobilitazione internazionale EndFossilOccupy. Da oggi", si legge nel comunicato."l'Università La Sapienza sarà occupata per rompere la quotidianità universitaria e organizzare attività aperte a tutta la città per persone di tutte le generazioni". L'obiettivo riferito dagli ambientalisti nella nota è quello di "lanciare un segnale forte dopo mesi in cui la crisi climatica si è resa ancora più evidente, bussando alle porte di molte città italiane con un susseguirsi di fenomeni strettamente legati: prima con mesi di siccità, poi con piogge dirompenti che stanno allagando l'Emilia Romagna provocando morti e distruzione".

"Se non fossero bastati questi anni di eventi estremi - come l'intensificarsi degli incendi, della desertificazione e dell'innalzamento del livello dei mari - è questo il momento di prenderne coscienza, e renderci conto che il modello economico e sociale che da più di un secolo aggredisce gli ecosistemi è arrivato a un binario morto", scrivono gli studenti,"il capitalismo non è più in grado di riprodursi senza causare catastrofi ambientali irreversibili, che pesano un macigno sul futuro del genere umano".

Università responsabili

Poi il dito puntato contro le Università, ree di suggellare accordi con le multinazionali ritenute dai rimostranti responsabili dell'inquinamento e dei "cambiamenti climatici". "Abbiamo trovato necessario riappropriarci, con i nostri corpi, di uno spazio che già da troppo tempo si schiera con aziende che hanno le maggiori responsabilità della crisi climatica", continua la nota,"che hanno alimentato finora il motore di una crescita economica insensata con le fonti più dannose in assoluto: carbone, petrolio e gas".

"Le Università permettono l'ingresso di queste aziende, ecocide e belligeranti, nei luoghi del sapere, tramite accordi quadro, corsi da loro organizzati, finanziamento a progetti di ricerca e borse di dottorato, oltre a sponsorizzarle in eventi come i Career Days", si legge ancora nel comunicato ufficiale,"tutto ciò è specchio di un processo di metamorfosi, da luogo di crescita e ricerca del sapere; critico e collettivo in fabbrica asservita alla crescita economica".

Le richieste

Con un post su Instagram, il gruppo che ha occupato l'Ateneo avanza una serie di richieste."Cessare ogni accordo, convenzione o progetto di ricerca ora in vigore della Sapienza con le seguenti aziende responsabili della crisi climatica e ogni loro forma di ingerenza nella didattica", vale a dire"Eni, Snam, Leonardo". In secondo luogo "pubblicare i dettagli dei progetti di ricerca attuali e dei finanziamenti ricevuti da ogni azienda legata a La Sapienza, in modo che siano facilmente consultabili in modo chiaro e trasparente".

Infine, "istituire un comitato di professori/esse scelto durante le giornate di occupazione che faccia proposte per una didattica alternativa sulla crisi ecosociale, ma non di ecologismo di facciata o 'sostenibile', e che definisca dei criteri socio ambientali per le collaborazioni di soggetti terzi con l’Ateneo".

Un processo, tuttavia che deve essere tenuto sotto controllo e valutato dagli stessi studenti, i quali richiedono la possibilità di effettuare "un monitoraggio del lavoro del comitato."

Commenti