Cronaca locale

"Vanno rimossi". Il Pd contro i manifesti per il diritto di non abortire

Un consigliere regionale PD si è scagliato contro i manifesti regolarmente affissi a Chiavari dall'Associazione Pro Vita & Famiglia per sensibilizzare sul diritto di non abortire, chiedendone la rimozione. La replica dell'associazione: "Inaccettabile che alcune donne siano di fatto costrette ad abortire"

Uno dei manifesti della Pro Vita comparsi a Chiavari
Uno dei manifesti della Pro Vita comparsi a Chiavari

Un consigliere regionale del Partito Democratico si era scagliato duramente contro i manifesti affissi nei giorni scorsi dall'Associazione Pro Vita & Famiglia a Chiavari, volti a sensibilizzare sul diritto per le donne di non abortire. E nelle scorse ore, l'associazione ha ribadito come si trattasse di un'iniziativa legittima (in quanto lo spazio pubblicitario è stato regolarmente acquistato) nell'ottica della libertà di pensiero e di espressione. Questa la polemica sorta in provincia di Genova, a causa dei diversi cartelli comparsi su tutto il territorio del Comune di Chiavari negli ultimi due giorni. "Difendiamo il diritto di non abortire!", il messaggio che si legge, e che rientra nell'ambito della campagna da tempo lanciata dalla Pro Vita. E tanto è bastato per far nascere una discussione di evidente natura politica: Luca Garibaldi, esponente del PD nel consiglio regionale della Liguria, non ha fatto mistero del fatto di non aver gradito la campagna. E puntando il dito contro fantomatici messaggi sessisti che a suo dire sarebbero insiti nell'iniziativa, ha chiesto all'amministrazione comunale di attivarsi per far rimuovere i cartelli.

"Gli argomenti riportati sono chiari tentativi di colpevolizzazione delle donne che portano avanti il percorso di interruzione di gravidanza, con libertà e consapevolezza, come previsto dalle legge dello Stato - ha commentato in una nota pubblicata sui propri canali social - un messaggio che fa il paio con i tentativi, non troppo nascosti, della destra in Italia e in Liguria di limitare la legge. Tentativi che vanno rispediti al mittente. Mi auguro che il sindaco voglia schierarsi pienamente al fianco delle donne, facendo rimuovere immediatamente quei manifesti che ledono la libertà e la dignità delle donne e attaccano diritti individuali garantiti dalla Costituzione". Non risulterebbe tuttavia alcuna violazione, perlomeno allo stato attuale: non si tratterebbe infatti nè di messaggi che istigano all'odio, nè di affissioni abusive.

E l'associazione, nel replicare ha poi ribadito l'importanza dell'opera di sensibilizzazione sull'argomento.“È inaccettabile che nel 2023, in Italia, migliaia di donne siano indotte e, di fatto, costrette ad abortire per abbandono, solitudine e assenza di aiuti sociali, economici, morali e psicologici di fronte a una gravidanza inaspettata o complicata - la considerazione dell'Associazione Pro Vita & Famiglia, espressa in un comunicato - è inquietante registrare che per alcuni l’aborto debba essere una scelta socialmente preferibile rispetto all'accoglienza di un figlio, e alla sua nascita.

Una società civile dovrebbe, invece, fare a gara per servire su un piatto d’oro ogni aiuto possibile per aiutare una donna incinta a portare avanti la gravidanza, perché il figlio nasca".

Commenti