Vita da sogno sul lago di Como inseguendo le arie di Bellini

Molte dimore nobiliari sono diventate resort per il turismo dove si può soggiornare tra suggestivi echi del passato

Vita da sogno sul lago di Como inseguendo le arie di Bellini
00:00 00:00

Su «quei rami» del Lago di Como – rivisitando don Lisander – l’estate è diventata ogni anno di più una vera esplosione di turismo. Secondo i dati regionali, i pernottamenti sul lago sono aumentati del 30% rispetto al 2019, con oltre 4,8 milioni di presenze solo nel 2024. La componente estera è dominante: oltre il 70% dei turisti proviene da Stati Uniti, Regno Unito, Germania, Francia e dai nuovi mercati del Golfo e dell’Asia. A spiccare in questo panorama, sono soprattutto alcune perle assolutamente uniche e inimitabili.

Stiamo parlando di ciò che un tempo era rifugio silenzioso di nobili famiglie lombarde, eleganti ville storiche restaurate e riconvertite in resort esclusivi, attirando ogni anno migliaia di turisti internazionali in cerca di bellezza, quiete e servizi d’eccellenza. Questi luoghi incastonati nel paesaggio sia del ramo di Como che di Lecco sono oggi siti aperti al turismo d’élite, con i loro interni affrescati, i giardini all’italiana, le darsene private e i parchi secolari mantenuti intatti, ma con i benefit di comfort moderni, spa, ristoranti gourmet e piscine a sfioro.

Villa Passalacqua, a Moltrasio, è forse il caso più emblematico: eletta miglior hotel al mondo ai World’s 50 Best Hotels 2023, è oggi simbolo di raffinatezza e ospitalità.
La villa, risalente al XVIII secolo, ha ospitato nei secoli personaggi come Vincenzo Bellini. Oggi, per i fortunati che l’hanno visitata, ogni suite è un’opera d’arte con vista lago e servizio personalizzato in stile grande maison.

L’ultima chicca, in ordine di tempo, è stato l’arrivo ai fornelli della chef stellata campana Viviana Varese, autentica fuoriclasse della nuova cucina mediterranea.
Sull’altro ramo del lago ha appena festeggiato il decennale un’altra perla che non teme alcun confronto. Anzi.

È Villa Lario di Mandello del Lario, una dimora che si è ritagliata in questi tempi uno spazio aureo nel gotha dell’hôtellerie italiana grazie a un restauro impeccabile e a una proposta gastronomica d’eccellenza. Il ristorante Amandus, guidato dallo chef Luca Mozzanica, ha recentemente conquistato la sua prima stella Michelin, portando l’alta cucina sulle sponde orientali del lago. Dimora degli anni ’20, ex residenza della famiglia Grundig e oggi boutique hotel a cinque stelle e raggiungibile via lago, offre un’accomodation intima e inimitabile con nove suite tra grotte naturali e appartamenti in darsena; piscina, eliporto, attracco privato, spiagge esclusive e un parco secolare di 10.000 mq.

Altro punto fermo dell’offerta lariana è il Mandarin Oriental Lake Como, ospitato nella storica Villa Roccabruna a Blevio. Qui il lusso internazionale incontra l’eleganza italiana, con una spa di livello mondiale e un’offerta culinaria che mescola tradizione e sperimentazione. Il luogo ospitava inizialmente un edificio noto come Casino Ribier, nome derivato da Madame Ribier, una modista francese molto rinomata a Milano nei primi anni dell’Ottocento. Nel 1827, la celebre soprano Giuditta Pasta acquistò la proprietà e incaricò il cugino materno, l’architetto Filippo Ferranti, di trasformare la villa in una residenza neoclassica elegante, dotata di due dépendance e circondata da un vasto giardino. Ribattezzata «Villa Roda», la dimora divenne un punto di ritrovo per grandi artisti: lì Vincenzo Bellini compì le sue composizioni La Sonnambula e Norma, ispirandosi alla voce e presenza della Pasta, per la quale compose «Casta Diva». Anche Gaetano Donizetti trascorse qui un mese, componendo Anna Bolena nel 1829.

Sull’altra sponda, un’altra icona intramontabile è il Grand Hotel Tremezzo, con la sua celebre piscina galleggiante sul lago, e Villa Balbiano, spesso scelta per cerimonie esclusive e location cinematografiche.

Le origini di quest’ultima risalgono a un antico pretorio plebano del XV secolo, sulle cui fondamenta si costruì il gioiello donato nel 1596 dalla famiglia Giovio al cardinale Tolomeo Gallio, che commissionò i lavori di modifica della facciata e il meraviglioso giardino all’italiana.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica