Cronaca locale

"Vogliono fare un ghetto". Al via lo sgombero a Milano per costruire una moschea

Per anni i residenti della zona di via Esterle hanno chiesto lo sgombero degli ex bagni pubblici occupati: solo la vittoria del bando da parte della Casa della cultura musulmana ha permesso l'allontanamento

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Il Comune di Milano si affretta a sgomberare gli ex bagni pubblici di via Esterle, in zona via Padova, per costruire una moschea. Mentre nel frattempo ci sono moltissimi altri luoghi che restano occupati, generando un degrado che è fonte di disagio per i residenti. La Casa della cultura musulmana, un ente con sede a Milano, nell'ottobre del 2022 si è aggiudicata un bando del Comune per disporre degli ex bagni pubblici. In quest'area l'associazione musulmana costruirà una moschea. Tra tante proposte che sono arrivate al Comune da parte di enti e associazioni che avrebbero voluto disporre di quello spazio comunale, ad avere la meglio è stata proprio quella dei "fratelli" musulmani.

Il nodo da sciogliere era uno: gli occupanti abusivi. I residenti hanno più volte inviato esposti al Comune per chiedere che venisse messo un punto a quella situazione di irregolarità all'interno degli ex bagni pubblici dove, dal 2016, vivono circa 40 migranti, appoggiati da un collettivo, "Noi ci siamo", che è protagonista di numerose occupazioni in città. Mai la giunta ha preso in considerazione l'idea di effettuare lo sgombero dell'area, anche per ridare dignità al quartiere, preda del degrado e tutto ciò che consegue a un'occupazione abusiva. Ora che a prendere possesso della struttura è stata la Casa della cultura musulmana, con una solerzia mai vista prima da parte della giunta del Comune, i migranti sono stati sgomberati.

Questa mattina all'alba le forze dell'ordine in assetto antisommossa hanno fatto irruzione all'interno della struttura e gli ultimi occupanti sono stati allontanati. Sì, perché nei mesi scorsi ci sono stati più incontri tra rappresentanti degli occupanti e Palazzo Marino per trovare una soluzione abitativa per chi sta lasciando la struttura. Una "ricompensa" per convincerli a lasciare la struttura, una casa popolare o comunque un aiuto da parte del Comune. L'indirizzo della giunta Sala è ancora più evidente dopo quest'ultimo caso.

Accogliendo con favore l'avvenuto sgombero dopo 6 anni di occupazione, Silvia Sardone e Samuele Piscina, esponenti della Lega a Milano, sottolineano: "Spiace constatare l’atteggiamento del Comune guida Pd: silenzio totale sulle occupazioni di case popolari ed edifici dismessi, impegno a trovare soluzioni quando si deve fare la moschea. Segnaliamo, tra l’altro, che quest’area non è adeguata e non ha i requisiti per realizzare la moschea". Mettendo in evidenza come questa diventerebbe la terza moschea dell'area di via Padova, Piscina e Sardone si fanno portavoce delle rimostranze della maggior parte dei cittadini che non vogliono l'ennesimo edificio di culto islamico nella zona. "È pazzesco che il Comune di Milano non abbia soluzioni contro l’insicurezza e il degrado di questa periferia ma si impegni così tanto per far costruire una moschea.

Evidentemente il loro obiettivo è fare di Via Padova un ghetto islamico, con ancora più problemi per il quartiere", concludono.

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