Cronaca nera

Allarme bomba a Pisa, rivendicazione degli anarchici

Un gruppo anarchico vicino ad Alfredo Cospito ha rivendicato l'ordigno artigianale inesploso trovato giovedì scorso all'ingresso del tribunale di Pisa: "Abbiamo dimostrato che è possibile avvicinarsi ai luoghi del potere". La Digos sta cercando le due persone immortalate dalle telecamere

Le operazioni degli artificieri nei giorni scorsi
Le operazioni degli artificieri nei giorni scorsi

Gli inquirenti hanno sin da subito seguito la pista che porta ad un attentato (fortunatamente andato a vuoto) di matrice anarchica. E nelle proprio nelle scorse ore è arrivata la conferma: a rivendicare con un messaggio sul web la bomba inesplosa piazzata nei giorni scorsi davanti ad uno degli ingressi del tribunale di Pisa sarebbe stato il gruppo anarchico "Gruppo di solidarietà rivoluzionaria – consegne a domicilio Fai/Fri".

"La notte del 21 febbraio abbiamo collocato un ordigno esplosivo nella porta di servizio del Tribunale di Pisa - il testo della nota, riportato dal quotidiano La Nazione - non sappiamo se la deflagrazione sia avvenuta, ma ci teniamo a sottolineare che quest’azione assume un’importanza non da poco: abbiamo dimostrato che è possibile avvicinarsi ai palazzi del potere e colpire".

Un gesto che rientrerebbe nel quadro nelle azioni con cui gli anarchici stanno chiedendo la revoca del 41bis ad Alfredo Cospito, per il quale proprio ieri la Cassazione ha chiuso la porta alla richiesta di revoca del regime penitenziario differenziato. Si trattava di un ordigno artigianale costituito da una bottiglia incendiaria e da un grosso petardo, con una miccia composta con un foglio di carta ed acceso con l’aiuto di una bomboletta di gas da campeggio.

L'esplosione non si è mai verificata per un errore nella fase di innesco, visto che le fiamme non sono riuscite a raggiungere l'esplosivo. La scoperta della bomba ha chiaramente destato scalpore in città, nella mattina di giovedì scorso: ad accorgersi della presenza di quell'oggetto sospetto fu un passante, che avvisò immediatamente una delle guardie giurate all'ingresso della struttura. Il tribunale venne evacuato, per consentire agli artificieri di compiere le operazioni di disinnesco e rimozione dell'oggetto.

E le indagini della Digos, che stanno proseguendo con l'obiettivo di arrivare ad individuare gli esecutori dell'azione, hanno consentito di accertare come si trattasse di due persone. Le telecamere del circuito di videosorveglianza dell’edificio hanno infatti registrato la presenza di due individui nella notte tra martedì e mercoledì, mentre posizionavano il congegno rudimentale cercando di farlo esplodere prima di darsi alla fuga.

Diversamente da quanto ipotizzato in un primo momento, tra la posa dell'ordigno artigianale e la sua scoperta sarebbero trascorse almeno ventiquattr'ore. Gli investigatori contano ad ogni modo di ottenere ulteriori indizi dai filmati delle telecamere di sicurezza: oltre a ricostruire il tragitto dei due anarchici, si cercando dettagli per risalire alla loro identità.

A breve potrebbero quindi esserci ulteriori sviluppi.

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