"Cercate il richiedente asilo". Ultima chance per la verità su Cristina

Per la soluzione del caso di scomparsa di Cristina Golinucci potrebbe essere cruciale trovare Emanuel Boke, che ne confessò l'omicidio e poi ritrattò

"Cercate il richiedente asilo". Ultima chance per la verità su Cristina
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L’ombra dell’archiviazione sul caso di Cristina Golinucci rappresenta una nuova ferita per chi si è battuto per la verità, in primis la mamma della giovane, Marisa Degli Angeli. La giovane scomparve nel 1992: la sua Fiat 500 era rimasta parcheggiata presso il convento dei cappuccini di Cesena, in cui si era recata. Di recente le indagini erano state riaperte sulla scorta di nuove testimonianze, ma c’è una vecchia pista che non è mai stata percorsa fino in fondo.

La pista in questione riguarda un’intercettazione su un richiedente asilo, Emanuel Boke, condannato per violenza sessuale, che avrebbe reso delle affermazioni, quanto meno da indagare, a un frate, padre Lino. Si sa che Boke successivamente è stato in un carcere francese. L’associazione Penelope preme affinché l’uomo sia cercato e interrogato.

Abbiamo un grande punto interrogativo che si chiama Boke - ha spiegato il presidente nazionale di Penelope Nicodemo Gentile, in un convegno che si è svolto a Cesena ieri, come riporta Cesena Today -. Sappiamo dove si trova, o comunque dove si trovava fino a poco fa, è possibile che non si riesca a parlare con questa persona? Oggi abbiamo tanti elementi di indagine in più, ma Italia e Francia non riescono a parlarsi”.

Oltre a Gentile erano presenti l’avvocato Barbara Iannuccelli, sempre di Penelope, che ha dato forte impulso alle nuove indagini sulla scomparsa di Cristina, e mamma Marisa. Proprio Iannuccelli ha rievocato l’intercettazione tra Boke, ospite nel convento cesenate, e don Lino. “Abbiamo il Dna e le impronte digitali di Boke - ha spiegato Iannuccelli - questi dati sono stati messi in una banca dati ed è emerso che questa persona, anche se con un altro nome, è ricercata in Francia dal 2017 per reati di natura sessuale, è una persona incapace di controllare le pulsioni sessuali, ha anche confessato l'omicidio di Cristina, ora possiamo parlare di omicidio, poi ha ritrattato ed è anche stato dato per pazzo perché ha detto di aver confessato per uscire dal carcere, quel giorno era sicuramente in convento e in un’intercettazione disse di aver visto Cristina commossa”.

A detta di Iannuccelli per la procura la pista di Boke è troppo semplice per essere quella giusta.

Molto spesso la soluzione è quella più semplice”, ha aggiunto Gentile, facendo involontariamente riferimento alla teoria del rasoio di Occam, secondo cui appunto le ipotesi più complicate dovrebbero essere “tagliate via” con un metaforico rasoio. Una teoria sostenuta da moltissimi criminologi ed esperti, ma al tempo stesso una teoria che non sempre viene sposata dagli inquirenti.

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