Chi ha ucciso Alex era al rito sciamanico. L'ipotesi: "Colpito con bastoni e pietre"

Gli investigatori escludono la "pista esterna". Il movente: un violento tentativo di placare il giovane, forse sotto l'effetto di sostanze psicotrope. Si cerca l'arma del delitto

Chi ha ucciso Alex era al rito sciamanico. L'ipotesi: "Colpito con bastoni e pietre"
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Chi ha ucciso Alex Marangon era all'interno dell'Abbazia di Santa Bona a Vidor, sulle colline trevigiane, durante il rito sciamanico di sabato 29 giugno. Ne sono sempre più convinti gli investigatori che indagano sulla morte del barman 25enne trovato senza vita sul greto del Piave lo scorso martedì. Tutti i partecipanti alla cerimonia, compresi i due curanderos sudamericani, sono stati sentiti dagli investigatori. Al vaglio dei carabinieri c'è anche un video estrapolato dalle telecamere di sorveglianza cittadina puntate all'esterno dell'ex monastero in cui si vede "un'ombra" che insegue il ragazzo.

L'assassino tra i partecipanti al rito

Si stringe il cerchio attorno alla morte misteriosa di Alex Marangon. Come conferma Il Gazzettino, sembra quasi definitivamente esclusa la "pista esterna", nonostante sia il proprietario dell'abbazia, il conte Giulio Da Sacco, che l'organizzatore dell'evento, Andrea Zuin, abbiano ventilato l'ipotesi di un'aggressione da parte di qualche estraneo che si sarebbe introdotto nella struttura, le cui mura non sono blindate, proprio nel punto esatto in cui il giovane si sarebbe incamminato verso il sentiero che conduce al Piave. Ma per chi indaga non sembrano esserci dubbi: il presunto assassino è tra i partecipanti alla cerimonia.

Le ipotesi sul movente

Il procuratore di Treviso Marco Martani lo ha detto chiaro e tondo: "Alex è stato picchiato duramente". Ma per quale motivo è stato aggredito? Il movente sarebbe da ricercare in un violento tentativo di placare il ragazzo che, forse, avrebbe perso il controllo sotto l'effetto di sostanze psicotrope. L'iniziativa sarebbe poi degenerata in un brutale pestaggio. Dopodiché la vittima, già tramortita, sarebbe stata gettata nel fiume. Verosimilmente chi lo ha aggredito era in uno stato di alterazione psichica conseguente all'assunzione di allucinogi. Tuttavia Zuin ha smentito che durante la cerimonia siano stati consumati infusi di ayahuasca (un mix di erbe amazzoniche con effetti allucinatori, vietato in Italia ndr), ma che il rituale di "purificazione" sarebbe avvenuto attraverso la somministrazione di purghe. Al riguardo, si attendono i riscontri degli esami tossicologici, disponibili nelle prossime settimane.

L'arma del delitto

Uno dei principali nodi da sciogliere riguarda l'arma del delitto. Con cosa è stato aggredito Alex? Al momento l'ipotesi più accreditata è che l'assassino abbia utilizzato un bastone o delle pietre scagliate contro il ragazzo mentre si allontanava nella boscaglia. L'autopsia ha evidenziato, infatti, che il 26enne è stato colpito con violenza alla testa e alle costole, che erano fratturate. Sta di fatto che durante il primo sopralluogo nell'abbazia dei misteri non sono state trovate tracce dell'oggetto contundente né i cani molecolari hanno fiutato tracce biologiche sulla presunta scena del crimine.

Nelle prossime ore, gli specialisti della Scientifica ritorneranno a Vidor per una nuova ispezione e perlustreranno anche il Piave. Intanto, ieri, i genitori del 26enne hanno lanciato l'ennesimo, disperato appello: "Chi ha visto qualcosa, si metta una mano sul cuore. Non può finire così questa vicenda".

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