Cinzia uccisa dal colpo di pistola al volto. "Mi ha tagliato la lingua"

L'imprenditore del vino Ragnedda avrebbe sparato da vicino con una Glock, un'arma da guerra

Cinzia uccisa dal colpo di pistola al volto. "Mi ha tagliato la lingua"
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Un colpo che ha trapassato il viso. La prima parte dell'autopsia, eseguita sul cadavere di Cinzia Pinna, chiarirebbe la dinamica dell'omicidio della 33enne di Castelsardo avvenuto la notte del 12 settembre per mano di Emanuele Ragnedda, 41 anni, l'imprenditore del vino reo confesso. Un foro, rivela la Tac, all'altezza del naso. Un solo colpo a causarne la morte. L'ogiva non è stata trovata, segno che l'uomo avrebbe sparato da distanza ravvicinata con la pistola semiautomatica, una Glock 9x21 parabellum. Un'arma potente, da guerra, in grado di trapassare un corpo proseguendo la traiettoria senza perdere potenza. Ma l'assassino spiega al gip che di colpi ne avrebbe sparati tre, evidentemente uno solo andato a segno. Avrebbe persino indicato un foro sul muro nel casolare della sua tenuta ConcaEntosa e consegnato i bossoli. Ma per i rilievi sulla scena del crimine gli esperti del Ris stanno ancora lavorando e non è stabilito quanti proiettili siano stati davvero esplosi durante la lite fra i due.

«Mi si è avventata contro con un coltello preso dalla cucina» spiega l'indagato durante l'interrogatorio. La vittima l'avrebbe anche ferito. «Mi ha tagliato la lingua e io le ho sparato» avrebbe ammesso giustificando i segni sul viso, vicino alla bocca e sulle braccia, repertati da un medico legale su mandato della pm di Tempio Pausania Noemi Mancini. Ancora. «Cinzia sembrava invasata, inneggiava a Satana brandendo il coltello». Una strategia difensiva per invocare la legittima difesa? Di certo la poveretta è stata trovata seminuda, in mezzo ai rovi dov'è rimasta per due settimane. Una «fotografia» che spiega il motivo della lite e il movente del delitto: un approccio sessuale respinto, forse, afferrando il coltello. Secondo Ragnedda entrambi non erano lucidi. Avevano bevuto alcol sia nel locale di Palau che in casa e «sniffato» cocaina. Tracce di droga sono state trovate dai carabinieri di Olbia e Palau in salone e sul divano. Tanto che la Procura, dopo l'esame autoptico, ha disposto quelli tossicologici su entrambi. Per la vittima, dissanguata e in forte stato di decomposizione dovuto anche alla razzia degli animali selvatici (la famiglia non è stata in grado di fare il riconoscimento), saranno svolti analizzando tessuti e organi interni.

Ragnedda è stato trasferito dal carcere di Nuchis a quello di Bancali, Sassari, sottoposto a un regime di

sorveglianza speciale. Resta ancora indagato il 26enne giardiniere di Milano assieme a un'amica del killer. Dopo l'omicidio i due avrebbero fatto sparire la borsetta e il cellulare di Cinzia e cancellato le tracce di sangue.

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