Cronaca nera

"Troppo rumore". Il killer-arciere ora va ai domiciliari con braccialetto

Si trova ristretto agli arresti domiciliari nella sua casa di Varese l'artigiano 63enne Evaristo Scalco. Lo scorso novembre uccise un 41enne peruviano con un colpo di freccia

"Troppo rumore". Il killer-arciere ora va ai domiciliari con braccialetto

Ha ottenuto gli arresti domiciliari l'artigiano 63enne Evaristo Scalco finito dietro le sbarre per aver ucciso con un colpo di freccia il 41enne peruviano Alfredo Javier Romero Miranda. Il giudice per le indagini preliminari ha infatti accolto la richiesta dei legali del primo, disponendo i domiciliari con braccialetto elettronico.

Ucciso da una freccia nel centro storico

Il fatto, avvenuto a Genova, risale alla notte fra l'1 e il 2 novembre. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, Alfredo Javier Romero Miranda stava facendo ritorno a casa insieme a un amico dopo aver partecipato ai festeggiamenti per la nascita del figlio, quando è accaduta la tragedia. Mentre i due stavano passando per vico Archivolto de Franchi, nel centro storico della città, si sono imbattuti nel 63enne.

Quest'ultimo, infastidito dal forte rumore causato dai due uomini, si è affacciato alla finestra, chiedendo che venisse fatto silenzio. Da qui la lite, poi degenerata. Furioso e raggiunto da alcuni oggetti scagliati contro di lui, il maestro d'ascia Evaristo Scalco ha impugnato un arco e scagliato una freccia di sua produzione, centrando Alfredo Javier Romero Miranda.

Subito dopo l'italiano ha raggiunto il 41enne, forse nel tentativo di estrarre il dardo. Sul posto si sono successivamente precipitati i soccorsi, ma non è stato possibile fare nulla per il peruviano residente a Marassi. Trasportato in codice rosso al pronto soccorso dell'ospedale San Martino, dove è stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico per poi essere ricoverato in rianimazione, ha perso la vita poco dopo. La gravissima ferita riportata al fegato gli è stata fatale.

I domiciliari

Interrogato dagli inquirenti, Evaristo Scalco ha spiegato di aver agito solo per minacciare il 41enne, "esasperato" dal rumore della movida. La vesione non ha però convinto la pm Arianna Ciavattini, dal momento che il 63enne era un esperto di archi e di frecce.

Arriva ora la notizia della decisione del giudice, che ha accolto la richiesta degli avvocati dell'imputato, disponendo nei suoi confronti la misura degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. Scalco, in ogni caso, non sconterà la pena nell'appartamento genovese in vico Archivolto de Franchi, ma nella sua abitazione di Varese.

Il 63enne ha ammesso le proprie responsabilità e si è detto dispiaciuto per l'accaduto.

Si è anche scusato con la moglie della vittima, versandole la cifra di 10mila euro come risarcimento.

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