Filippo Turetta e i funerali di Giulia Cecchettin: in cella la Tv resta spenta

Nessuno dei parenti più stretti del ragazzo ha partecipato alle esequie. E in carcere niente diretta televisiva

Filippo Turetta e i funerali di Giulia Cecchettin: in cella la Tv resta spenta
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Il televisore nel carcere di Verona sembra sia rimasto spento mentre andavano in onda, in diretta, da Padova, i funerali di Giulia Cecchettin. Filippo Turetta, il reo confesso dell'omicidio della ragazza, avrebbe potuto vedere quelle immagini, se solo avesse voluto, ma, molto probabilmente, sarebbe stato consigliato di non farglielo vedere. D'altronde, nella casa circondariale a quanto pare nessuno dei detenuti avrebbe seguito le esequie in tv. Intanto, Nessuno dei suoi parenti più stretti ha partecipato ai funerali: i familiari sembra siano ancora molto provati dal gesto compito dal ragazzo, e il legale della difesa, l'avvocato Giovanni Caruso, non ha rilasciato dichiarazioni, impegnato nell'imbastire la strategia difensiva per il proprio assistito.

I funerali in Tv

Riguardo alla messa in onda in diretta dei funerali di Giulia, fonti interne alla casa circondariale, il giorno prima, avevano confermato che Filippo Turetta, godendo appieno dei diritti riconosciuti a tutti i reclusi, avrebbe potuto guardare la televisione, ma la scelta fatta è stata diversa. Le stesse fonti hanno anche confermato che l'umore di Turetta è pessimo, ancora sotto choc per quello che ha fatto. Attualmente è in cella con un detenuto molto più grande di lui, una sorta di "angelo custode", il quale, d'accordo con i vertici del carcere, ha accettato di seguirlo in questi primi giorni di detenzione.

Le indagini proseguono

Se la città di Padova si è fermata per dare l'ultimo addio a Giulia Cecchettin, i pubblici ministeri di Venezia, insieme agli investigatori, invece, hanno continuato a lavorare senza sosta, anche durante il funerale. Dopo l'interrogatorio di garanzia da parte della gip Benedetta Vetuli e quello investigativo del pm Andrea Petroni, titolare del fascicolo per omicidio volontario e sequestro di persona, per aggiungere nuove tessere alle indagini si attende soprattutto l'arrivo in Italia della Fiat Punto nera di Filippo, sotto custodia della polizia tedesca da sabato 18 novembre, quando la fuga si è conclusa su un'autostrada vicino a Lipsia. L'auto sarà riportata in Italia solo dopo il 10 dicembre ma prima di quella data dovrebbe tenersi un summit tra investigatori italiani, tedeschi e austriaci. Proprio in Austria sono infatti state segnalate le ultime tracce di Turetta prima dell'arresto e si partirà da lì per fare il punto sulle indagini.

L'importanza della vettura nella ricostruzione del delitto

La vettura è un elemento centrale per ricostruire la dinamica del delitto. Proprio su quella macchina si sarebbe consumata la parte finale dell'aggressione a Giulia, nella zona industriale di Fossò, sabato 11 novembre, intorno alle 23.30. In quel luogo, molto probabilmente, la giovane donna avrebbe subito la coltellata mortale alla base del collo, che ne ha causato in pochi minuti la morte per dissanguamento. L'interno dell'auto non è ancora stato analizzato nel dettaglio. Si sa che è stato rinvenuto nell'abitacolo nastro adesivo del tutto simile a quello del quale era stata repertata una traccia, assieme a una ciocca di capelli, a Fossò. E nell'auto c'è anche un telefonino; non è ancora chiaro se sia quello di Filippo o di Giulia. E poi ci sono da effettuare le comparazioni, i raffronti tecnici tra le macchie ematiche e le tracce biologiche rimaste sull'auto, oltre ad attendere l'esito definitivo dell'esame autoptico sul corpo di Giulia eseguito giovedì scorso all'istituto di medicina legale di Padova.

Si lavora sull'aggravante della premeditazione

Per questo le analisi del Ris di Parma sull'auto e sugli oggetti ritrovati potrebbero far luce sui punti ancora oscuri dell'indagine, consentendo all'accusa di avvalorare o meno l'aggravante della premeditazione. Intanto Filippo Turetta, nella sua cella di Montorio, sta facendo i conti con la difficile realtà del carcere. Aspetta. Non avrà a breve altri colloqui con i genitori, che l'hanno incontrato per la prima volta domenica scorsa, per un'ora.

E non sa neppure se ci sarà una nuova visita del pm di Venezia: gli inquirenti hanno detto di ritenere esaustivo l'interrogatorio di nove ore reso da Turetta quattro giorni fa e per ora non ne sono stati programmati altri.

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