Giallo Lilly: "Ha consegnato un altro telefono". Come si possono recuperare i dati

Si cerca di capire se il dato informatico può essere recuperato dai device di Sebastiano Visintin, indagato per l'omicidio della moglie Liliana Resinovich

Screen Quarto Grado
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Regalo, presunta confusione, possibile errore di trascrizione, codici di controllo, cloud: tutti questi concetti entrano nell'indagine sulla morte di Liliana Resinovich. Si indaga per omicidio a quasi quattro anni dalla scomparsa della donna, avvenuta il 14 dicembre 2021: il corpo di Lilly venne trovato tre settimane più tardi nel boschetto dell'ex ospedale psichiatrico di Trieste e da allora il mistero è grande.

In questi giorni gli occhi sono puntati sul dato informatico. Nella scorsa puntata di Quarto Grado, il legale Antonio Cozza, che assiste la cugina della donna Silvia Radin, aveva ventilato che l'unico indagato per omicidio, il vedovo Sebastiano Visintin, possa aver consegnato agli inquirenti non il telefono in uso all'epoca della scomparsa della moglie, ma un altro: “Visintin consegna uno stesso telefono, lo stesso modello, ma un altro telefono il giorno 20 giugno 2023 agli inquirenti”, aveva accusato l’avvocato. Di un altro smartphone si era parlato in riferimento al regalo fatto da Visintin a una youtuber, dopo averlo inizializzato.

A ben guardare, la trasmissione di Rete 4 si è domandata se effettivamente Visintin abbia consegnato alla procura lo smartphone utilizzato tra la fine del 2021 e l'inizio del 2022: in base alla documentazione degli inquirenti, ci sarebbe un codice Imei - che è identificativo di ogni smartphone - diverso per la cifra finale da quello effettivamente in uso all'indagato. Sulla documentazione il numero riportato alla fine è uno 0. Tuttavia potrebbe trattarsi di un errore di trascrizione, o più verosimilmente di un codice di controllo utilizzato sui tabulati: in altre parole se tutte le cifre sono identiche, ma solo l'ultima è diversa, ed è stata sostituita con uno 0, vuol dire che il telefono è lo stesso. Ma è tutto da verificare.

Visintin, presente in studio, afferma di non ricordare esattamente quali smartphone utilizzasse all'epoca dei fatti, ma dice di ricordare il sequestro, cui seguì la riconsegna dopo la copia forense: “Può essere che uno di questi telefoni qua l’ho cambiato con uno successivo”. In merito però alla copia forense, esiste un problema sulla GoPro, la telecamerina utilizzata dall'indagato il giorno della scomparsa della moglie, un oggetto tecnologico che probabilmente potrebbe avere un grosso peso nel confermare o smentire il suo alibi.

Della scheda della GoPro non è stata fatta la copia forense, così come non è stata fatta neppure la copia forense del telefonino. Questo sarebbe stato anche a tutela dell’indagato - ha raccontato Quarto Grado l’informatico Paolo Reale -Ci sono dei problemi perché abbiamo capito che è stato resettato, cancellato. In queste situazioni, nel 99%, non riusciamo a recuperare più niente, senza entrare in troppi tecnicismi.

Il cloud potrebbe essere qualcosa da provare a verificare se c’è, perché a volte anche all’insaputa delle persone ci sono dei dati che vengono replicati lì sopra. Perché no? Se sul telefono non si trova più niente, nel cloud forse qualche cosa è rimasta”.

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