Giallo Lilly, si indaga nel boschetto. La data di morte in una statistica

Proseguono le indagini sul caso di Liliana Resinovich: un consulente della procura di Trieste ha analizzato le temperature nel boschetto del ritrovamento del corpo

Screen Quarto Grado
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L’impressione generale è che la procura di Trieste non stia lasciando nulla di intentato, ma invece abbia messo tutte le sue forze intellettuali in campo per risolvere il giallo di Liliana Resinovich. Il nodo fondamentale delle indagini è a questo punto capire quale sia la data del decesso: Lilly, pensionata 62enne, è scomparsa da Trieste il 14 dicembre 2021, venendo ritrovata morta tre settimane più tardi nel boschetto dell’ex ospedale psichiatrico giuliano. Il fine delle indagini è sciogliere il mistero: la donna si è suicidata, è stata uccisa, è stata tenuta prigioniera o il suo cadavere è stato occultato prima del ritrovamento?

Ed è proprio in quel boschetto che in questi giorni ha operato l’entomologo Stefano Vanin, incaricato dalla procura: il professionista ha posizionato dei termometri nel terreno e nella giornata di ieri ha raccolto i risultati. “Io qui ho raccolto solo temperature - ha spiegato ai microfoni di Quarto Grado - A questo punto le temperature verranno utilizzate dai medici per capire l’andamento della trasformazione del corpo. Fanno parte di quelle indagini che la procura ha messo in moto per cercare di ricostruire quello che è successo qui in termini anche ambientali. Il concetto è: ricostruire gli eventi, meteorologici, ambientali, per poi capire come un corpo si trasforma”.

Naturalmente questa ricerca affiancherà le altre, ovvero l’autopsia condotta dall’anatomopatologa Cristina Cattaneo, con gli studi sulle proteine di una nuova tecnica statunitense e quelli sulla colonizzazione del corpo. Ma cosa diranno i termometri? “Ci racconteranno com’era la temperatura che ha sperimentato il corpo quando era qui - ha chiarito Vanin - perché abbiamo un microambiente, quindi anche dal punto di vista termico, diverso rispetto alle stazioni meteorologiche, che magari sono in aeroporto oppure presso la Regione o la Provincia di Trieste”.

Vanin al momento non sa ancora se questi suoi studi potranno dire se il corpo di Lilly è stato sempre lì nelle tre settimane della scomparsa oppure è stato portato nel boschetto in un secondo momento, ma confida nell’attendibilità delle analisi. “Assolutamente darà risultati attendibili - ha concluso il consulente della procura - perché comunque le temperature dell’epoca, registrate dalle stazioni meteorologiche sul territorio ce le abbiamo. Lo stesso approccio lo abbiamo usato anche nel caso Parolisi, in cui la ricostruzione termica l’abbiamo fatta anni dopo. Questa mia indagine la si potrebbe fare anche tra due anni.

Non esistono gli assoluti nella scienza. Come pure non si determina l’epoca della morte ma si stima. Il che non significa che sono meno preciso, anzi se uso la parola stimare applico la statistica, quindi sono molto più preciso”.

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