Non ce l'ha fatta Diana Canevarolo, la 49enne ritrovata giovedì alle 5 del mattino nel cortile della sua abitazione in via Zara a Torri di Quartesolo, in provincia di Vicenza, in una pozza di sangue. Nel primo pomeriggio i sanitari del San Bortolo hanno decretato la morte cerebrale della donna e trascorse le sei ore di osservazione nel reparto di Rianimazione è stata dichiarata la morte clinica.
La morte della donna rappresenta ancora un giallo: la Procura di Vicenza avrebbe già disposto l’autopsia. L’obiettivo è chiarire come è stata provocata la ferita alla testa, definita dalle autorità piuttosto profonda. Come ricostruito dalle autorità, il corpo esanime della Canevarolo è stato rinvenuto dal compagno e dal figlio 18enne nei pressi di uno dei garage della sua abitazione.
Le indagini proseguono senza sosta e per il momento tutte le ipotesi rimangono aperte. Non vi sarebbero indagati. Nelle ultime ore gli uomini della squadra Mobile vicentina hanno sentito varie persone, tra cui i medici che sono intervenuti, il compagno e il figlio della donna. “Al momento le ipotesi al vaglio sono più di una”, quanto confermato il procuratore capo di Vicenza Lino Giorgio Bruno: “Potrebbe essere l'azione violenta di terzi, ma potrebbe essere anche un fatto accidentale. La vittima presenta una vastissima ferita al cranio, una lesione molto seria, non sono possibili naturalmente accertamenti diretti per capire se ci sia stato l'uso di mezzi contundenti. Le indagini sono in corso".
Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, gli inquirenti hanno realizzato un nuovo sopralluogo nell’appartamento della donna,
finito sotto sequestro insieme al garage e ai cellulari dei familiari. Riflettori accesi sulla vita privata della vittima, che negli ultimi tempi avrebbe fatto i conti con alcuni problemi legati alla dipendenza dall’alcol.