"Ho fatto il gigolò": rivelati i segreti del "santone" Kadir

La storia di Kadir Bouasrya, il 40enne che dice di essere fratello di Gesù: “Mi vesto da giudeo per portare a me i giudei”

Screen Quarto Grado
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C’è solo Gesù il principio, Kadir la fine”, ipse dixit. La vicenda di Kadir Bouasrya è diventata cronaca da quando i genitori dei suoi due adepti hanno sporto denuncia e c’è un fascicolo di indagine aperto per violenza privata. Intanto, i parenti di uno di queste due persone hanno ritrovato del presunto materiale esoterico nell’officina in cui lavorava il figlio e questo materiale, tra cui il libro “Il Dio straniero”, sarà consegnato alla procura di Lecce in questi giorni.

Ma chi è il sedicente guru? Ai microfoni di Quarto Grado l’uomo, classe 1984, ha parlato di sé come una persona comune, almeno fino al 2007, anno in cui avrebbe ricevuto la “chiamata”: mentre era in auto, fermo, con una Bibbia chiusa, avrebbe sentito la voce di un uomo possente che gli avrebbe detto di non aver paura, scatenando in lui la commozione. “Sono stato un peccatore in primis, quindi discoteche, pub, amicizie, alcol… Ho fatto il gigolò, un po’ prima e un po’ dopo, ma poi ho chiuso tutto là, perché ero riuscito a lanciare un messaggio in quel ‘circolo’, diciamo. Io mi vesto da giudeo per portare a me i giudei”, ha rivelato Kadir alla trasmissione di Rete 4.

L’uomo si definisce “uno dei 144mila discendenti di Giacobbe” e quindi un fratello di Gesù “nella carne, poi lo spirito varia ovviamente”: tra le altre cose afferma di aver profetizzato il terremoto de L’Aquila, di aver chiamato chiunque per avvisare ma di non essere stato creduto. Nel 2008 si è sposato e ha avuto un figlio, ma afferma di aver profetizzato che anche quella relazione fosse destinata a finire, poiché lui avrebbe dovuto “attuare il piano di Dio”.

Al centro della narrazione su Kadir non mancano le presunte norme che regolerebbero la convivenza nella “comune” di Miggiano in cui il guru abita con i suoi due adepti: “Non si possono definire regole: si è liberi di mangiare qualsiasi cosa si voglia, ma non entrare nello strafare. Cioè non entriamo a perseguitare la gola, la lussuria, la carne. […] Siamo nati con degli organi sessuali, ovvio che ci sta il desiderio, ma se questo desiderio è privo di amore, è solo carnale, è vietato”.

L’uomo smentisc inoltree di aver chiesto alle due persone con lui di tagliare i ponti con la famiglia “Nessuno mi può imputare di colpa o di reato. […] Questa non è una setta”, ha aggiunto, insieme a una serie di luoghi comuni presenti nell'immaginario collettivo su sette e satanismo.

Prima della chiamata, Kadir è stato un muratore, con una sua azienda edile che poi però ha chiuso. Una vita comune la sua, con tanti selfie in posa da modello, come fanno tantissime persone sui social. Nel 2007 c’è stata però una tentata violenza sessuale, per cui è stato condannato, patteggiando, a 10 mesi e 20 giorni di reclusione. Una pena di altri 6 mesi è giunta nel 2010, a seguito di una denuncia per atti osceni. “Perché mi ero spogliato davanti a una scuola”, si è giustificato lui.

Lapidario Massimo Picozzi, esperto e ospite fisso di Quarto Grado, che riferendosi a Kadir ha commentato: “Mi faceva venire in mente il lavoro di Abraham Maslow, che ha studiato la piramide dei bisogni umani

e alla base ci sono le necessità sessuali, la sopravvivenza e il cibo. Quindi andare a toccare questi punti significa toccare i punti più sensibile di qualunque persona, in particolare se le persone sono fragili”.

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