
L’infarto dopo il traghetto da Formentera a Ibiza, i soccorsi non immediati e la morte dopo cinque giorni di agonia. Le ultime ore di ferie si sono trasformate negli ultimi attimi di vita per Francesca Arrazzi, 36enne che stava trascorrendo le vacanze con le amiche. La tragedia, dai contorni ancora da chiarire, si consuma sabato 19 luglio: la giovane bresciana, dipendente di banca, si trova a Ibiza e sta per rientrare in Italia. Mancano pochi minuti alle sei quando Francesca si accascia al suolo.
Subito parte l’allarme ma nonostante l’ospedale Can Misses sia distante solo un paio di chilometri dal porto l’ambulanza arriva dopo minuti interminabili. Quando Francesca arriva in terapia intensiva, le sue condizioni sono troppo gravi. Per cinque
giorni i medici spagnoli hanno provato il tutto per tutto, ma dopo aver perso conoscenza la donna non si è più ripresa: per troppo tempo era mancano ossigeno al cervello e giovedì ha smesso di lottare.
Nel mirino delle polemiche sono ben presto finiti i tempi dei soccorsi: quell’attesa potrebbe essere stata fatale per la 36enne. A ricostruire in una versione ufficiale la dinamica di quel drammatico sabato sono i servizi sanitari delle Baleari, che riferiscono che il tempo impiegato dall’ambulanza per raggiungere il porto è stato di 13 minuti dalla prima chiamata, che avvisava di una persona «soggetta a convulsioni».
Ma a 12 minuti dalla partenza di questa prima ambulanza, e quindi un minuto prima del suo arrivo, una seconda chiamata al centralino avvertiva del fatto che la turista bresciana «non respirava».
In quel momento è stato attivato un protocollo specifico per casi di arresti cardiorespiratori, «che riduce i tempi di azione dando massima priorità» alla segnalazione. Questa seconda ambulanza, dotata di supporto vitale avanzato, è giunta nel punto in cui si trovava Ariazzi «quattro minuti» dopo, aggiungendosi alla prima.
Non è escluso che possa essere aperto un fascicolo. Intanto il corpo di Francesca sarà cremato oggi ad Ibiza. I familiari fanno sapere: «Stiamo aspettando la documentazione dal consolato di Barcellona per procedere poi al rimpatrio ».